Centomila assunzioni entro il primo settembre 2015, ma una parte della “buona scuola” dispiegherà i suoi effetti solo a partire dal 2016/2017. Questi i punti chiave del maxi emendamento al provvedimento noto come la “buona scuola”, depositato il 23 giugno al Senato dai relatori Francesca Puglisi (PD) e Franco Conte (AP).
Il maxi emendamento è stato presentato nell’ottica di accelerare l’iter di approvazione della riforma dell’istruzione, disegnata dal premier Renzi e dal ministro Giannini. Il testo racchiude infatti alcuni compromessi necessari al governo per chiudere la partita “buona scuola”, come probabilmente avverrà già giovedì 25 giugno attraverso il voto di fiducia da parte dell’aula del Senato.
La riforma arriverà in aula oggi, mercoledì 24 giugno, senza essere stata licenziata dalla commissione competente, come di consueto dovrebbe avvenire. La conferenza dei capigruppo ha dovuto, infatti, prendere atto che la commissione istruzione non ha dato via libera ai relatori di riferire in aula. Per tale ragione, il testo verrà esaminato direttamente dal Senato e sarà integrato dalle proposte emendative presentate dai relatori nell’ambito del maxiemendamento. È comunque prevista la possibilità di depositare emendamenti per la discussione in aula entro le ore 19 del 25 giugno.
Buona scuola, i punti del nuovo testo
Centomila assunzioni: scatteranno a partire dal primo settembre 2015 ed interesseranno tutti i vincitori e gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento dell’ultimo concorso, svolto nel 2012. La nota dolente riguarderà la necessità per la metà dei neo assunti, circa 50 mila, di non poter trovare collocamento nella provincia di riferimento della graduatoria in cui sono attualmente inseriti, ma dovranno optare per una destinazione alternativa e rimanere disponibili per un eventuale trasferimento.
Ulteriori assunzioni dei “precari di seconda fascia”: questi precari rientrano nella sentenza della Corte di giustizia europea per la quale l’Italia è stata condannata per abuso di precariato nella scuola. Per questi insegnanti dovrebbe essere bandito entro settembre 2015 un concorso pubblico che valorizzerà il servizio prestato per almeno 180 giorni prevedendo un punteggio aggiuntivo.
Autonomia e chiamata diretta: il così detto “organico dell’autonomia” e gli albi territoriali partiranno dall’anno scolastico 2016/2017, così come la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi.
Ruoli regionali: verranno attivati anch’essi a partire dall’anno scolastico 2016-17 e la mobilità non sarà più come finora tra le scuole, ma tra gli albi. Tuttavia, questa novità verrà preceduta da un piano di mobilità straordinario che dovrebbe consentire, agli insegnanti che lo volessero, di avvicinarsi al proprio territorio di riferimento.
Nuove funzioni dei presidi nel segno dell’autonomia: il preside avrà il compito di valutare i nuovi insegnanti immessi in ruolo, sentito il parere del comitato di valutazione. Questo nuovo organo, la cui attività sarà finanziata con 40 milioni di euro annui, verrà attivato in ogni istituto e presieduto dal dirigente scolastico. Oltre al preside, comporranno il nuovo organo tre docenti, due genitori (uno studente e un genitore nelle scuole superiori) ed un soggetto esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale. Inoltre, già a partire dal prossimo anno scolastico 2015/2016, il preside, grazie a criteri definiti dai comitati di valutazione, valuterà come ripartire i premi tra gli insegnanti che meglio hanno espletato il loro ruolo e lavoro. La cosiddetta valorizzazione del merito degli insegnanti sarà finanziata con 200 milioni all’anno.
Scuole paritarie: le famiglie che scelgono scuole paritarie beneficeranno delle detrazioni fiscali. Inoltre, rimane salva nel maxiemendamento la possibilità di donazioni liberali alle scuole paritarie, ma anche a beneficio di quelle statali. Su istanza delle opposizioni e della minoranza PD, è stata tuttavia introdotta una soglia pari a 100 mila euro per le donazioni ad opera di privati o associazioni, oltre ad un fondo perequativo per le scuole beneficiarie di elargizioni complessivamente inferiori alla media nazionale.
Le deleghe: la “buona scuola” prevede 9 deleghe al governo su vari profili connessi alla riforma complessiva dell’istruzione come la formazione iniziale degli insegnanti o il sostegno.
Buona scuola, i tempi di approvazione e le proteste delle opposizioni
Il nuovo calendario dei lavori dell’aula del Senato prevede che il testo definitivo venga messo ai voti già giovedì 25 ed è ormai una certezza che su esso verrà posta la questione di fiducia da parte del governo. Questa scelta è dettata dalla necessità per il governo di superare le centinaia di emendamenti delle opposizioni con la palese e dichiarata volontà di ostacolare sino all’ultimo l’approvazione della “buona scuola”.
Peraltro, gran parte delle minoranze avevano proposto lo stralcio della norma sulle assunzioni, come sottolineato anche nel comunicato di fine seduta (470ª Seduta pubblica del 23 giugno 2015). Era stato lo stesso premier Renzi due giorni fa da Courmayeur a precisare che “se il progetto della buona scuola andrà avanti avremo 100mila assunzioni in più. Se non andrà in porto, ci sarà il regolare turn-over: non 100mila, ma 20-25mila assunzioni”. Sottintesa, ma non troppo, la responsabilità delle opposizioni per l’eventuale revisione al ribasso delle assunzioni.
Opposizioni che appaiono ancora più agguerrite dopo la scelta del governo di blindare il testo per portare a meta la riforma.
La Lega Nord, per voce del suo capogruppo al senato, Centinaio, ha preannunciato con parole durissime che i senatori del suo gruppo abbandoneranno l’aula prima del voto di fiducia: “la fiducia se la voteranno loro e i loro amici. Noi usciremo perché non partecipiamo ai teatrini che fanno ridere i polli”.
Sul fronte opposto, la presidente dei senatori di SEL, Loredana De Petris ha messo in guardia Renzi sul fatto che la fiducia, definita come un “trucco”, non basterà a placare gli animi della protesta contro la “buona scuola”. A suo avviso, infatti, “il mondo della scuola è molto più consapevole di quanto credano” la maggioranza ed il governo.
Buona scuola, governo ottimista
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ostenta comunque ottimismo, ritenendo il maxiemendamento “un ottimo lavoro di sintesi che accoglie alcune richieste e che contiene la fattibilità del piano delle assunzioni”, stigmatizzando il confluire sul capitolo scuola pubblica di ben 3 miliardi di euro. Una volta ottenuta la fiducia, il testo dovrà comunque tornare alla Camera dei Deputati per la definitiva approvazione.
Silvia Barbieri