“Non sono il testimonial di nessuno”. Raffaele Catone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, risponde in modo netto agli attacchi ricevuti dal Movimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi lo aveva definito “l’ariete usata dal Pd per sfondare la legge Severino”.
La querelle nasce dai 25 suggerimenti di modifica alla legge anticorruzione che il 10 giugno Cantone ha inviato ai presidenti delle due Camere Grasso e Boldini e alla ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Il presidente dell’Anac, tra le sue proposte, aveva auspicato una delega al Governo per intervenire ulteriormente sulla legislazione in materia di corruzione. Proprio questo suggerimento ha fatto storcere il naso al partito di Grillo, che ha accusato Cantone di farsi usare come “baluardo contro la corruzione” dal Partito Democratico e dal governo Renzi, ancora alle prese con la questione De Luca in Campania.
La replica di Cantone
La replica del magistrato non si è fatta attendere: “Il documento è frutto delle riflessioni di Anac, professori universitari, rappresentanti dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), dell’Upi (Unione Province Italiane) e della Conferenza delle Regioni – spiega Cantone in una lettera indirizzata al M5S e pubblicata sul blog di Beppe Grillo – È stato inviato per sottoporre all’esame del Parlamento possibili modifiche che potrebbero superare le molte criticità riscontrate nell’applicazione del decreto legislativo 39/2013 (la cosiddetta “Legge Severino”, ndr). Nessuno ci ha chiesto nulla. Si è trattato di un’iniziativa che, come Consiglio dell’Anac, abbiamo ritenuto doverosa”.
Sostenendo che il Codice dei Contratti Pubblici, citato da Cantone nel documento con cui sono stati trasmessi i suggerimenti, non avesse nulla a che fare con la legge Severino, il partito di Grillo aveva inoltre chiesto spiegazioni sul perché le 25 proposte fossero state indirizzate anche alla ministra Madia. Il Movimento aveva infine puntato il dito contro la prossima partecipazione di Cantone alla Festa dell’Unità organizzata dal Partito Democratico a Roma. Sulla prima questione il magistrato ha sottolineato che la riforma della Pubblica Amministrazione prevede la riapertura della delega sulla legge anticorruzione, mentre riguardo la partecipazione alla festa dem Cantone ha prima respinto l’accusa di essere il testimonial del Pd e poi ha rivolto un invito al M5s: “Ho accettato in passato inviti a confronti pubblici con numerose forze politiche, così come sarei ben lieto di fare se venisse un vostro invito a confrontarmi su temi d’interesse dell’Autorità”.
La risposta del M5S a Cantone
Pace fatta? Assolutamente no. Le risposte fornite dal presidente dell’Anac evidentemente non hanno convinto il Movimento 5 Stelle che sul blog ha subito riacceso la polemica. “Non comprendiamo la ragione per cui dovrebbe essere delegata al Governo la riscrittura della legge Severino, visto che si tratta in buona sostanza dello stesso gruppo dirigente che ha candidato Vincenzo De Luca a governatore della Campania – si legge in una nota dei parlamentari – Questa delega, auspicata dal dottor Cantone, porrebbe il governo e il premier Renzi in una condizione palese di conflitto d’interessi”. Insomma, Raffaele Cantone, che solo pochi mesi fa era stato tra i candidati alla Presidenza della Repubblica votati sul blog del Movimento, sembra già essere uscito dalle grazie dei 5 stelle.
Andrea Frollà