Tiene banco da settimane il caso Roma. ‘Mafia Capitale’ e le reazioni politiche rischiano di mettere a dura prova l’amministrazione Marino ma il primo cittadino è determinato a non gettare la spugna. “Arrivo al 2018, poi al 2023. Finisco il mio lavoro. Non mi possono eliminare, se ne facciano una ragione. Hanno paura, ma io no. Non sono di nessuno, e lo so che in politica vale questa regola: se sei di qualcuno ti attaccano, se non sei di nessuno ti ammazzano. Purtroppo io – che non sono di nessuno – non mi ammazzo da solo e non mi lascio ammazzare”.
Così il sindaco di Roma Ignazio Marino in un colloquio con Repubblica. “Il problema non sono io. Io sono stato pregato di candidarmi perché altrimenti – dicevano i sondaggi – coi candidati presentati dal Pd avremmo perso Roma. Si sarebbe andati al ballottaggio fra Alemanno e i 5 Stelle, mi dicevano mostrando le indagini. Mi hanno scongiurato, quelli che adesso mi accusano di non essere duttile. L’ho fatto, ho vinto e ora questa è la battaglia della mia vita: liberare il Campidoglio dalla politica oscura. Bonificare, estirpare il malaffare”.
“Io non mi fermo”
“Capisco che ora ci sia chi ha paura, ma io non mi fermo e loro – la vecchia politica, i suoi interessi – non mi possono fermare. Me lo spiegò in tempi non sospetti Napolitano, era allora presidente della Camera, quando dopo Tangentopoli si cambiò il sistema elettorale per i comuni. Non esiste sfiducia verso il sindaco”.
Busta con proiettile per sindaco Marino a Fiumicino
Intorno alle 22.30 di ieri sera una busta contenente un proiettile e delle minacce, indirizzata al sindaco di Roma Ignazio Marino, è stata trovata al centro smistamento postale dell’aeroporto di Fiumicino. La Polaria ha preso in consegna la busta a disposizione dell’autorità giudiziaria. All’interno un proiettile inesploso calibro 9×21 e una lettera scritta a mano.