Tutto è partito dai tecnici del Senato. Perplessi, se così si può dire, sulle coperture e del decreto Irpef e (soprattutto) di quello Irap. Insomma, gli 80 euro mensili. Ma Renzi non ci sta ed è partito all’attacco del personale di Palazzo Madama difeso, al contrario, a spada tratta da parte di colui che presiede il ramo parlamentare più alto, Piero Grasso.
“Non posso accettare che si metta in discussione la serietà, l’autonomia e l’indipendenza degli uffici del Senato. Ricordo che il Senato è una istituzione che merita rispetto e non un carrozzone come definito da qualcuno”. A parlare è l’ex numero 1 dell’antimafia, Piero Grasso, indispettito dalle parole di Matteo Renzi che proprio ieri sera ha twittato i cedolini degli ormai celeberrimi 80 euro, resi noti dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Facendo, quindi, seguire un commento: “non mi si dica che non ci sono coperture. Le coperture ci sono”. Poi l’attacco al Presidente del Senato: “il presidente Grasso tende a difendere l’istituzione che presiede, lo comprendo, capisco il suo ruolo”.
Grasso ha alzato i toni durante la giornata di ieri: aveva difeso i suoi uffici e i suoi Senatori: “l’Ufficio del bilancio fornisce analisi sulla base dei dati che accompagnano i procedimenti legislativi. Se i dati sono corretti, sulle analisi poi si può concordare o meno ma senza retropensieri di vendetta”, sostenendo come “le valutazioni dei Senatori non possano essere considerate in parte valide ed in parte straccia”.
Daniele Errera