“Faccio il maitre, sono senza passaporto e non mi posso muovere da qui”. Parole di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva per legami con la ‘ndrangheta.
“Faccio il cameriere, visto che il mio patrimonio è sotto sequestro”, sostiene Matacena. Che poi riserva un pensiero anche all’ex ministro Claudio Scajola, arrestato con l’accusa di aver favorito la latitanza dello stesso Matacena: “mi dispiace, è una brava persona con cui sono in ottimi rapporti”.
Per l’ex deputato latitante il problema è politico: “al nord hanno usato attacchi contro Berlusconi, al sud contro Dell’Utri e Forza Italia che lì va fortissimo”. E aggiunge: “se hanno condannato me, che vivo da 20 anni sotto scorta, allora forse è il caso di rivisitare il 416 bis”.
Matacena si concentra sulla propria condizione (“voglio aspettare le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo”) e si dimostra incredulo in merito al trattamento del proprio patrimonio (“sono sorpreso, non c’è stato alcun occultamento”). Su un eventuale ritorno in Italia non si sbilancia: “è un punto che ha causato attriti tra me e mia moglie, portando al divorzio”, in quanto “io volevo aspettare le sentenze da libero, mentre lei non voleva andassi via”.
Emanuele Vena