Grecia: il giorno più lungo

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Grecia: da ieri le banche del paese sono chiuse, a mezzanotte scade l’accordo sul salvataggio del paese, Tsipras sta lavorando a un accordo in extremis, in attesa del referendum di domenica.

Grecia: si tratta

Da ieri le banche greche sono chiuse (aperti solo un migliaio di sportelli per i pensionati che non hanno carta di credito) in seguito alla decisione del governo greco di abbandonare il tavolo delle trattative con i creditori e indire un referendum sull’accordo per domenica prossima. Oggi è l’ultimo giorno a disposizione di Atene per restituire 1,6 miliardi di euro ricevuti dal Fondo Monetario Internazionale per affrontare la crisi: se il pagamento, come ci si aspetta, non avverrà, la Grecia andrebbe tecnicamente in default (anche se quello vero e proprio scatterebbe tra un mese circa).

Ieri, nella capitale e a Tessalonica, decine di migliaia di cittadini hanno manifestato la propria contrarietà a un accordo con i creditori sfidando così Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Ue, che ha chiesto ai greci di “non suicidarsi per paura della morte”. Tuttavia, secondo molti media internazionali, il premier Alexis Tsipras sta prendendo in considerazione l’accordo rifiutato in precedenza. Pare che Juncker stia proponendo un alleggerimento dell’IVA per alcune categorie. Il ministro delle Finanze tedesco Schauble avrebbe definito le offerte come “troppo generose”.

L’agenzia di stampa Reuters ha riferito che per il governo di Berlino “è troppo tardi per il salvataggio della Grecia”. Secondo la televisione greca, il governo Tsipras ha già inviato la propria controproposta che, stando a quanto affermato dal presidente Dijsselbloem, verrà esaminata durante un Eurogruppo straordinario previsto alle 19.

Grecia: la contro proposta di Tsipras

Il premier greco proporrà un piano di salvataggio (il terzo) della durata di 2 anni che non coinvolge il Fondo Monetario Internazionale ma l’EMS (il Meccanismo Europeo di Stabilità usato per la crisi di Cipro): si potrebbe far fronte alle necessità finanziarie della Grecia e, nel frattempo, ristrutturarne il debito. Il piano dovrebbe incontrare il favore di Juncker; da Syriza mostrano ottimismo. Tuttavia, non si sa quante possibilità abbia Tsipras di essere ascoltato: alcune fonti del governo tedesco, sentite dai media internazionali, hanno detto che “la giornata è finita” per quanto riguarda il bailout della Grecia.

Dal Kosovo, dove si trova in visita diplomatica, Angela Merkel ha ribadito che non ci sono i tempi tecnici per trovare un’intesa dell’ultimo minuto anche se “è chiaro che non chiuderemo i nostri contatti dopo la mezzanotte: questo significa che la porta resta aperta per un nuovo confronto, ma non posso dire altro“. Il ministro delle Finanze di Atene Yannis Varoufakis ha ribadito che la Grecia non pagherà il suo debito con l’FMI entro la mezzanotte, riferisce Reuters.

Grecia: la BCE pronta alla Grexit

Anche il ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis, intervistato dal Telegraph, ha ribadito che non ci sono le condizioni per il raggiungimento di un’intesa e che se la Grecia dovesse uscire dall’Eurozona si appellerebbe alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Nel frattempo, dalla BCE non escludono più la possibilità della “Grexit” ha fatto intendere Benoit Coeuré, ai vertici dell’istituto europeo. Domani, Mario Draghi dovrà decidere se alzare il tetto dei finanziamenti di emergenza agli istituti di credito ellenici, ma è difficile che dall’Eurotower sceglieranno di erogare altra liquidità senza il pagamento della rata dovuta all’FMI. I titoli di stato di un paese sull’orlo del default, utilizzati come garanzia dalle banche greche, non garantirebbero più le necessarie sicurezze. Secondo Felix Hufeld, funzionario BCE, le banche greche avrebbero 5 giorni di solvibilità dopo il default.

Grecia: gli scenari del referendum

Se vincerà il “sì” e quindi verranno accettate le proposte dei creditori, una volta che Tsipras formalizzerà l’esito ai rappresentanti di BCE, UE e FMI, verranno sbloccati i 7,2 miliardi di euro del fondo assistenziale concordato con Atene lo scorso febbraio e altri 11 miliardi del fondo salvabanche. Alcuni analisti, però, evidenziano che la situazione potrebbe essere più complicata in quanto il quesito del referendum verterà su una proposta già scaduta e quindi non più disponibile.

Invece, se a vincere fosse il “no”, il premier greco potrebbe tentare di riprendere i negoziati, forte del voto popolare, in vista di un accordo più favorevole. D’altra parte, i creditori potrebbero considerare il risultato come una chiusura alla trattativa: la BCE chiuderebbe le linee di credito che finora hanno permesso alla Grecia di sostenere i costi interni. Il paese ritornerebbe a battere moneta propria. La strategia è chiara; se vince il “no” Tsipras potrà contare sul supporto necessario a condurre il paese in una fase drammatica, se vince il “si” il governo si dimette e il paese torna alle urne (Syriza è prima forza politica del paese in tutti i sondaggi). I bookmaker di William Hill hanno quotato il “no” al referendum greco 5 a 4. Il “si” è dato 4 a 7. Inoltre, l’ uscita della Grecia dalla zona Euro nel corso del 2015 è data 7 a 4 (la permanenza 2 a 5).

Grecia: le opinioni di Piketty, Krugman e Stiglitz

Per Thomas PikettySyriza è l’ultima spiaggia dell’Europa“. Bisogna sostenere il governo greco – ha detto l’economista francese – per promuovere una totale revisione dell’austerity che sta uccidendo tutto il sud dell’Eurozona. Da parte sua  Paul Krugman avverte: “la Grecia deve votare no e il governo deve essere pronto a uscire dall’Euro“. Secondo il premio Nobel per l’economia 2008 l’uscita dall’euro è l’unica soluzione per bilanciare l’altissima disoccupazione e il taglio delle pensioni che sono le conseguenze principali delle imposizioni della troika.

Sul Guardian anche Joseph Stiglitz rende noto il suo appoggio a Tsipras: “se fossi greco saprei cosa votare“. In un appello di qualche giorno fa pubblicato sul Financial Times, insieme a Piketty e ad altri economisti, sempre Stiglitz ha invitato i greci a riappropriarsi del proprio destino democraticamente perché non sono loro i responsabili dei drammi che stanno vivendo: “quasi nulla dei prestiti concessi dai creditori sono andati al popolo, ma sono serviti per pagare i creditori privati, tra cui molte banche tedesche e francesi. 

Merkel: nessun terzo salvataggio prima del referendum

La Cancelliera tedesca, secondo quanto si apprende dall’agenzia di stampa Dpa, ha riferito che “Berlino non prenderà in considerazione l’ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia, come proposto da Atene, prima dell’esito del referendum di domenica prossima”. Adesso si attende l’Eurogruppo straordinario che è stato fissato per questa sera alle 19.