Referendum Ucraina, le regioni dell’Est sempre più vicine alla secessione
Nelle regioni orientali dell’Ucraina, quelle di Donetsk e di Lugansk, sono iniziate alle 7 di questa mattina le operazioni di voto, continueranno fino alle 21 italiane, del referendum che potrebbe decretarne l’indipendenza da Kiev; la domanda alla quale gli aventi diritto dovranno rispondere è molto chiara – “Sostieni lo stato autoproclamato della Repubblica Popolare di Donetsk/Repubblica Popolare di Luhansk?” – a essere meno chiare sono le prospettive del nuovo Stato.
Le intenzioni dei separatisti filorussi sui rapporti che una Repubblica Indipendente potrebbe intrattenere con Ucraina e Russia sono ancora vaghe: gli animatori del referendum, che rappresentano la componente maggioritaria delle due regioni (7 milioni gli aventi diritti al voto), alla prova della secessione incontrerebbero sicuramente la ferma opposizione del governo centrale ucraino, quest’ultimo per rappresaglia potrebbe tagliare le forniture energetiche, nello stesso tempo da Mosca si è sempre sostenuto di non essere interessati all’annessione dei territori in questione.
Non è previsto un quorum, sul posto non sono presenti osservatori internazionali: il controllo viene esercitato dagli stessi organizzatori, proprio questo fattore sta alimentando numerosi dubbi sulla regolarità del voto; sui media internazionali sta rimbalzando la notizia di numerosi ritrovamenti di schede già compilate ma non è possibile verificare con certezza l’attendibilità dei dati (le foto delle schede precompilate in favore dell’Indipendenza sono apparse in particolare su Twitter), dal comitato elettorale si risponde che, come per il referendum in Crimea, le urne scelte sono trasparenti.
Da Kiev, per bocca del Capo dello Stato Turchynov, si giudica il referendum come un ulteriore “passo verso l’autodistruzione”; sul sito della presidenza ha scritto: “si tratta di un passo verso l’abisso per queste regioni. Quelli che sono a favore dell’indipendenza non capiscono che realizzarla può portare a una totale distruzione dell’economia, dei programmi sociali, e anche della vita della maggior parte delle persone che abitano queste zone». Tutti i sostenitori occidentali dell’Ucraina di Maidan, Usa in testa, hanno bollato questa consultazione come “illegale”.
Il voto continuerà sicuramente a svolgersi in un’atmosfera di tensione: a Slovyansk nella notte i filorussi hanno provato a riprendere il controllo di una torre per le trasmissioni televisive, tuttora si combatte nel villaggio di Andriivka alle porte della cittadina roccaforte dell’insurrezione contro le autorità di Kiev.
Guglielmo Sano