Com’è andata? Confronto post elezioni con TP a Torino
Elezioni amministrative 2015 e prospettive future: convegno a Torino con Termometro Politico
“Come è andata? – Scenari possibili dopo l’ultimo tonfo della politica”. Una domanda di quelle pesanti ha dato il titolo al confronto, che vi avevamo già preannunciato, promosso dalla Fondazione Istituto Antonio Gramsci di Torino e tenutosi martedì 30 giugno 2015 presso la sala dell’Antico Macello di Po.
Questioni ardue quelle da affrontare, tanto per la fatica di leggere davvero adeguatamente i dati del presente quanto per quella di individuare, nella foschia del presente, qualche tendenza sul futuro (per di più con la nuova legge elettorale Italicum). Si sono cimentati con l’impresa: Paolo Natale (docente di Sociologia Politica, Università degli Studi di Milano), Giuseppe Tipaldo (Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società – fondatore di Quaerys) e il redattore di questa testata Piotr Zygulski. A condurre la discussione, l’esperto di analisi elettorali Gianni Garbarini.
Dalle elezioni amministrative 2015 agli scenari futuri
I dati macroscopici che emergono da queste elezioni sono: la flessione del Pd, la tenuta (anche se parziale) del M5S e una sorta di “risurrezione” (seppure molto condizionata dalla Lega e da leadership locali, oltre che dalle divisioni altrui) di un centrodestra che sembrava ormai uscito dalla partita.
Tutti i relatori hanno visto nel calo di consensi per il Pd una bocciatura del renzismo, pur tendendo a sottolineare come sia sempre difficile, e in parte proprio scorretto, leggere le elezioni come una serie di match sempre uguali che si susseguono. Paolo Natale ha evidenziato che “il bacino elettorale del Pd si è, rispetto alle europee, sicuramente ristretto”.
Molti gli spunti offerti da Giuseppe Tipaldo. Rispetto, in particolare, alla sempre più celere erosione della forza del leader incontrastato: un patrimonio di consensi può svanire da un’elezione all’altra. I casi di Grillo (con il M5S vittima della dialettica movimento/istituzioni) e Renzi, pur diversi, stanno lì a dimostrarlo. L’astro di Salvini, secondo il ricercatore dell’Università di Torino, potrebbe subire la stessa sorte, per quanto possa anche essere l’offerta politica adeguata alla domanda di una “svolta autoritaria” non del tutto improbabile. Insomma, “è più forte l’impatto del disamoramento, molto più decisiva di prima la disillusione e basta sbagliare al primo colpo che si cade nei consensi”.
Il nostro Piotr Zygulski ha proposto il “pagellone” sui risultati elettorali e ha illustrato alcuni degli scenari con il nuovo Italicum, non meno distorcente della rappresentanza (per effetto dei premi più che degli sbarramenti) del vituperato Porcellum. Uno scenario probabile, visto il calo del Pd e le difficoltà di ricomposizione unitaria del centrodestra post-berlusconiano, è il ballottaggio tra i dem e i “grillini”, con più di una possibilità di questi ultimi di conquistare, con una legge che hanno duramente contrastato, la tanta auspicata autosufficienza.
Molti gli interventi del pubblico, anche con lo sguardo fuori dai confini nazionali. Tra preoccupazione e la domanda di una semplificazione del quadro (basta “grandi coalizioni”) che non svuoti, però, la politica di contenuti ideali e programmatici.
(mc.m.)