Con l’aumento della disoccupazione il calo dei redditi, l’aumento delle tasse, la soluzione per molti greci è stata quella di mettere in vendita la seconda casa, acquistata magari in tempi di vacche grasse.
I prezzi delle case sono così crollati, ma non ancora abbastanza per riattivare gli acquisti. E anzi, l’avvento al potere dell’estrema sinistra di Tsipras e di Syriza ha ulteriormente bloccato il mercato, con gli stranieri che attendono la possibilità di acquistare a prezzi ancora più stracciati in dracme.
Nel primo trimestre 2015 da dati del Sole24ore sono state vendute 1.800 case contro 15.000 nello stesso periodo del 2014 e 165mila nel 2006. Il fatturato del mercato immobiliare residenziale nel 2014 rappresentava l’1,3% del Pil, contro il 2,2% nel 2013 e il 9,8% nel 2006.
E’ chiaro come dal 2000 al 2008, e soprattutto in seguito alle Olimpiadi del 2004 si fosse formata una bolla immobiliare, tanto è vero che nel 2006 erano stati concessi 120 mila mutui, nel solo primo trimestre del 2015 invece solo 750, e 2500 nello stesso periodo del 2014.
Crisi Grecia, 250 mila case invendute
Ora sul mercato vi sono 250 mila case invendute, come se in Italia in proporzione fossero un milione e mezzo, perchè paradossalmente i prezzi ancora non sono scesi abbastanza anche se nei 4 anni dal 2011 al 2014 lo hanno fatto rispettivamente del 5,5, dell’11,7, del 10,9 e del 7,5%. Secondo la Stampa, poi, le compravendite sono precipitate del 28% e del 38% nei soli 2011-12. I permessi per costruire nuove case sono scesi del 28,4% nel 2011, del 36,9% nel 2012, del 27,7% nel 2013 e del 18,1% l’anno scorso. Gli investimenti in costruzioni si sono contratti del 14,2, del 29,6, del 16,1 e del 20,6% tra il 2011 e il 2014.
E tuttavia il calo totale del 38% dal 2008 ancora secondo l’agenzia Fitch non basta, si dovrebber scendere del 45% perchè gli acquirenti si facciano vivi.
Acquirenti che appunto ora sperano nella dracma