Archiviato il referendum con la vittoria e le successive dimissioni del ministro dell’Economia Yanis Varoufakis, la Grecia di Alexis Tsipras ha trovato in Efklìdis Tsakalotos il nome nuovo da porre alla guida del dicastero più importante e più delicato per la storia presente e futura del popolo ellenico.
Tsakalotos su referendum: “Memoria collettiva Europa”
Una storia che inizia proprio con il referendum. Un messaggio, quest’ultimo, che il popolo greco ha voluto lanciare agli altri Paesi e che “rimarrà scritto nella memoria collettiva dell’Europa”, come ha dichiarato il neoministro Tsakalotos.
Tsakalotos, già capo della squadra negoziale del governo Greco, aveva pubblicamente incassato la fiducia del dimissionario Varoufakis: “Spero di vedervi domani con Efklìdis Tsakalotos” aveva dichiarato l’ormai ex ministro ai cronisti.
“Non possiamo accettare accordi non praticabili per la Grecia”
Ed eccolo Tsakalotos rispondere alla Merkel e a Hollande: “Non possiamo accettare accordi non praticabili per la Grecia”. Parole in continuità con la decisione già mostrata dal suo predecessore, anche se il neoministro non ha nascosto “di essere nervoso ed ansioso”. D’altronde “è un momento difficile per la Grecia” e lui che da sempre è la mente economica di Syriza ne è consapevole.
Dal neoministro ci si attende maggiore diplomazia del suo successore. Quest’ultimo, Varoufakis, ha lasciato portandosi “addosso con orgoglio il disgusto dei creditori”. Diplomazia che il popolo greco si augura non venga tradotta in concessioni all’austerità.
Come il suo predecessore, Tsakalotos è un economista. Come Varoufakis, ha compiuto il proprio ciclo di studi fuori dai confini della patria: ad Oxford principalmente, dove il padre, dirigente di una società armatoriale, lo ha mandato subito dopo aver concluso gli studi in un costoso liceo privato di Londra.
Il giovane Euclide, questa l’italianizzazione del suo nome, dette quasi subito ragione ai timori del cugino di suo nonno capo dell’esercito monarchico nella guerra civile del 1946-49: divenne di sinistra iscrivendosi alla gioventù comunista.
“Credo che qualcosa possa cambiare in Europa”
Di sinistra ma non troppo. Diversamente da quanto sostiene l’ala più estremista di Syriza, il 55enne Tsakalotos vuole rimanere nell’euro e cambiarlo. Il neoministro delle Finanze greco è per questo alla ricerca di soluzioni con “sapore internazionale”. Una ricerca già iniziata nel 2012 con il saggio “Il crogiuolo della resistenza: Grecia, Eurozona e la Crisi economica mondiale”.
La difficoltà insita nell’impresa non scoraggia l’ottimismo di Tsakalotos: “Credo che qualcosa possa cambiare in Europa. Speriamo di continuare la discussione” aggiunge, perché i suoi connazionali “si meritano di meglio”.
Grecia banco di prova neoliberismo
Le differenze con Varoufakis, oltre che nello stile molto meno personale, sono nell’essere un economista molto più ideologico. Tra le tesi principali quella secondo la quale la Grecia rappresenti il banco di prova del neoliberismo: in essa si sono palesati tutti i limiti delle soluzioni social democratiche e keynesiane.
“Tutti dovrebbero ringraziare Varoufakis”
Se lo stile è diverso ed il carattere è meno estroverso, la stima verso chi l’ha preceduto è di egual misura: “Non avremmo fatto tutto questo senza Varoufakis. Tutti lo dovrebbero ringraziare” ha dichiarato Tsakalotos subito dopo l’esito del referendum.