Ha le idee chiare Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, chiamato dal premier Matteo Renzi a vigilare sui lavori dell’Expo. “L’unica cosa da non fare è cancellare Expo. Sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia, sarebbe come ammettere che l’illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia” spiega Cantone in un’intervista concessa al Mattino. Secondo il commissario c’è un fil rouge tra le vicende di Expo, Berlusconi, Scajola e Dell’Utri. “La politica tarda a liberarsi da un diffuso malcostume. Non so se si tratta di un fallimento politico. Di certo in questi anni si è sbagliato a non lavorare abbastanza sulla prevenzione. Si è clamorosamente abbassato il livello di guardia di fronte a certi fenomeni. L’abbassamento della guardia – aggiunge l’ex magistrato – è anche il frutto di un’opinione pubblica spesso distratta”. “Tangentopoli non ci ha insegnato nulla. Tornano alla ribalta personaggi già condannati: il peggio poteva essere scongiurato”, dichiara Cantone, secondo cui “i partiti hanno grandi responsabilità perchè non hanno saputo attrezzarsi con delle regole chiare di finanziamento trasparente. La trasparenza – sottolinea – è l’anticorpo più potente nei confronti del malaffare. Si può tranquillamente mettere in campo una rete di controlli efficace, intelligente, agile e non burocratica, purchè ci sia davvero trasparenza”. D’accordo con Cantone è il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che in un’intervista a Repubblica afferma: “È incredibile ritrovare gli stessi nomi di Tangentopoli. C’è un sottobosco di malaffare che risorge sempre e che va estirpato. Non bisogna mai abbassare la guardia. Quello che sta accadendo in questi giorni dimostra che i controlli ci sono e che siamo in tempo a fare le cose in modo pulito. Da un male verrà un bene”. E sui controlli ha annunciato una stretta il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Sull’Expo abbiamo svolto una forte azione di contrasto alle infiltrazioni criminali” spiega il ministro al Tg1 sottolineando che 33 aziende sono state escluse dagli appalti e sono stati controllati 66 cantieri e 2.400 soggetti. “Questi sono i fatti contro le infiltrazioni criminali – ha aggiunto il titolare del Viminale – Adesso contro la corruzione disporremo di una task force che avrà anch’essa un ottimo risultato”. Expo, le prime ammissioni – Uno degli arrestati implicati nel tourbillon di tangenti e mazzette su Expo, Enrico Maltauro, ha ammesso i fatti “nella loro materialità”, così come sono stati contestati, ma si è riservato di chiarire la sua posizione a breve in uno o più interrogatori davanti ai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Maltauro era stato filmato dagli investigatori mentre prendeva accordi con un’altra delle persone arrestate, Sergio Cattozzo, ex esponente ligure dell’Udc.