Caso Azzollini, la giunta per le immunità vota si all’arresto. Ora la parola al Senato
Dopo il rinvio di ieri, la Giunta per le Immunità del Senato sarà chiamata a breve a votare sulla richiesta di arresto a carico dell’esponente del NCD Antonio Azzolini, coinvolto nelle indagini sul crac dell’istituto pugliese della Casa Divina Provvidenza.
Giunta dice si all’arresto
Nella tarda serata arriva il si della giunta per le Immunità del Senato. Con 13 voti favorevoli la giunta ha votato a favore dell’arresto di Antonio Azzollini che qualche ora prima si era dimesso, inviando una nota al presidente Grasso, da Presidente della Commissione Bilancio del Senato. Hanno votato si alla richiesta della Procura di Trani gli esponenti di Pd, M5S e Lega. Contro i senatori di Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Gruppo Autonomia e GAL. Ora dovrà pronunciarsi l’aula del Senato.
Giovanardi: “Dal voto può dipendere legislatura”
Diverse le prese di posizione all’interno della maggioranza e tra le fila dell’opposizione. Carlo Giovanardi, collega di partito di Azzollini, ha affermato che la decisione dello slittamento di 24 ore è stata presa “perché non può essere un linciaggio. È già una profonda infamia quella che si sta perpetrando ai danni del senatore Azzollini, pertanto almeno sui tempi della discussione in Giunta non volevamo ci fossero forzature”. Inoltre, il senatore del NCD ha aggiunto che da questo voto “può dipendere la tenuta della legislatura”.
Anche Lucio Malan, Forza Italia, ha criticato duramente la proposta del Presidente della Giunta per le immunità di accogliere la richiesta dei pm di Trani: “La relazione di Stefàno ci è sembrata eccessivamente ristretta. Si è concentrato solo su due punti e per di più, secondo lui, non c’è fumus persecutionis da parte dei magistrati. Per noi, invece, il fumus persecutionis c’è eccome. Il quadro che emerge dall’ordinanza dei gip di Trani, infatti, è assolutamente impalpabile. Non ci sono le condizioni per arrivare all’arresto di Azzollini e, soprattutto, si basa su testimonianze che si sono rivelate inattendibili. Pertanto, a nostro avviso, ci sarebbe ancora molto da discutere”.
L’inchiesta sul porto di Molfetta
Di recente il senatore Azzolini, già sindaco di Molfetta e Presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, era stato coinvolto anche in un’inchiesta sul porto della città pugliese che amministrava. In quell’occasione, il Senato, anche con i voti favorevoli del PD, aveva negato l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni.
“Mi difenderò come sempre nel processo e nelle aule parlamentari per la parte che riguarda queste”, aveva sostenuto Azzolini. Stando a quanto trapelato negli ultimi mesi dai verbali delle indagini, il senatore del NCD avrebbe detto alle suore della Divina Provvidenza: “Da oggi in poi comando io, se no…”.
Proprio questa frase è parte integrante dell’ordinanza di arresto: episodio “intimidatorio – ha affermato il gip di Trani – che inaugura la stagione del potere azzolliniano”.
Azzolini si dimette
Il senatore Ap Antonio Azzollini, sul quale oggi si pronuncerà la Giunta delle immunità del Senato, si è dimesso dalla presidenza della commissione Bilancio di Palazzo Madama. “La commissione che ho l’onore di presiedere ha bisogno di decisioni che richiedono dedizione assoluta e tempo pieno” scrive, nella sua lettera di dimissioni da presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini ribadendo la “totale infondatezza dei fatti giudiziari che lo vedono coinvolto”.
Francesco Ferraro