Nucleare Iran: A Vienna si continua a trattare.
Nucleare Iran: l’intesa è vicina, resta da sciogliere il nodo sulle armi. Prorogata a venerdì la scadenza dell’Accordo preliminare di Losanna.
Nucleare Iran: vicini ma non abbastanza
A Vienna proseguono incessantemente le trattative tra l’Iran e il gruppo dei 5+1 (i membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania) per arrivare a un’intesa sul programma nucleare di Teheran. Raggiunto il compromesso sui dettagli tecnici, la discussione è ormai tutta “politica” e se dalle parti filtra un cauto ottimismo, la proroga a venerdì 10 luglio dell’accordo preliminare (raggiunto a Losanna nel mese di aprile) non lascia presagire nulla di buono.
Si continuerà dunque a negoziare, giorno per giorno, alla ricerca di un accordo che possa risultare equo e duraturo. Il segretario di Stato americano John Kerry resterà a Vienna con il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif; gli altri, tornati a casa, rientreranno giovedì con l’obiettivo di chiudere un trattato storico.
La prima intesa, definita “Piano d’azione”, era stata raggiunta nel lontano novembre del 2013 e dava tempo fino al luglio del 2014 per raggiungere un compromesso definitivo con l’Iran. Da allora si sono susseguite tutta una serie di proroghe fino all’incontro di Losanna dello scorso aprile in cui è stato sancito un ulteriore accordo preliminare. Tre mesi di discussioni e trattative incessanti hanno avvicinato notevolmente le parti, ma non abbastanza e chi credeva che l’accordo fosse cosa fatta si sbagliava. Nella tarda mattinata di ieri , in un atmosfera di tensione tra i ministri, l’ulteriore rinvio a venerdì 10 luglio.
Nucleare Iran: il nodo da sciogliere
Due dei tre punti di maggiore complessità dell’intesa sembrerebbero essere stati risolti. Innanzitutto la questione della revoca “scadenzata” delle sanzioni sarebbe stata in gran parte concordata con l’alleggerimento immediato dei blocchi finanziari e la fine delle sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Prevista in questo senso la costituzione di un comitato di esperti, referente delle Nazioni Unite, che sorveglierà Teheran e avrà la possibilità di ripristinare le sanzioni in caso di mancato rispetto dell’accordo.
L’unico vero nodo da sciogliere resta quello delle ispezioni militari internazionali: se da un lato, pare che gli iraniani abbiano anche accettato l’accesso degli ispettori in alcuni dei siti militari sensibili dall’altro però, Yukiya Amado, segretario generale dell’Aiea, avrebbe voluto anche garanzie scritte e non solo rassicurazioni (non sembrano bastare agli Usa). Teheran sostiene di non avere testate nucleari ma rivendica il diritto ad armarsi, a difendersi e a vendere i propri ordigni; Francia, Germania, Inghilterra e Usa non lo accettano e restano schierate in maniera inflessibile a favore dell’embargo sulle armi. Difficile ma necessario trovare un punto di incontro.
Stelio Pagnotta