Una lunga camera di consiglio, iniziata alle 13:30 e con una sentenza attesa non prima delle diciassette ed arrivata poco prima delle 20. E’ andato in scena l’ultimo atto del processo contro l’ex premier Silvio Berlusconi e l’ex direttore ed editore dell’Avanti Valter Lavitola, accusati di corruzione nei confronti dell’ex senatore Sergio De Gregorio, eletto nel 2006 con l’Italia dei Valori e passato poi con il centrodestra previo pagamento – secondo l’accusa – di tre milioni di euro, di cui due in nero. La sentenza ha sancito la condanna di Berlusconi e Lavitola a 3 anni di reclusione.
Compravendita senatori, l’udienza
L’udienza è stata aperta con le repliche dei pm Henry John Woodcock e Fabrizio Vanorio, titolari delle indagini con il pm Alessandro Milita e il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Secondo Woodcock trattasi di “contratto illecito, basato sulla vile pecunia”, in cui “i motivi politici restano sullo sfondo” ma senza elidere “la rilevanza penale”. La richiesta della Procura era di 5 anni di reclusione per Berlusconi e 4 anni e quattro mesi per Lavitola.
Nella controreplica, la difesa ha contestato l’impianto accusatorio, insistendo sull’insindacabilità delle condotte parlamentari – ricoperte da immunità – e ha ritenuto De Gregorio (che ha patteggiato la pena per la corruzione) non credibile.
Intanto è arrivato il gelido commento dell’ex premier Romano Prodi, suo malgrado coinvolto nella vicenda, visto che era capo del governo al momento dei fatti: “Se avessi saputo della compravendita, ora sarei ancora premier”.