Formigoni in aula per il processo Maugeri: “Le mie delibere legittime”
Il senatore del Nuovo Centrodestra Roberto Formigoni è comparso, ieri, davanti ai giudici della X sezione del Tribunale di Milano. L’ambito è quello del processo Maugeri, che vede l’ex governatore della Lombardia imputato per associazione a delinquere e corruzione insieme al faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore regionale Antonio Simone.
Prima volta di Formigoni in tribunale per il processo Maugeri
Secondo l’accusa, infatti, la fondazione Maugeri avrebbe finanziato con 61 milioni di euro in 10 anni una provvista per concedere a Formigoni, all’epoca numero uno del Pirellone, benefit di lusso per un valore di 8 milioni di euro, tra cui viaggi aerei, vacanze ai Caraibi e un maxi sconto per l’acquisto di una villa ad Arzachena, in Costa Smeralda. In cambio, tramite Daccò e Simone, la fondazione avrebbe ottenuto con delibere di Giunta favorevoli circa 200 milioni di rimborsi indebiti. Sempre per l’accusa Formigoni sarebbe stato promotore di un’associazione a delinquere, che è durata dal 1997 al 2011.
Presentatosi per la prima volta in tribunale ieri, l’ex presidente della regione Lombardia si è avvalso della facoltà di non rispondere, facendo, però, delle dichiarazioni spontanee. “Ritengo che questa modalità consenta di fare una descrizione ampia, completa ed esauriente rispondendo alle accuse che mi sono contestate ed evitando il rischio che l’interrogatorio si concentri su particolari distorcenti” ha spiegato Formigoni.
“Le mie delibere sono legittime”
Nelle dichiarazioni ai giudici, il senatore ha respinto le accuse. A cominciare dalle delibere di giunta. “La legittimità dei miei atti da presidente della Regione Lombardia è incontestabile. Mai emanato atti in favore” ha spiegato il “Celeste”, il quale ha affermato che “alla Maugeri sono stati dati dei bei soldi a mio avviso in modo del tutto legittimo”.
“Se non avessi conosciuto Daccò e Simone questo processo non sarebbe mai iniziato”, ha, poi, osservato. Parlando contro le accuse di corruzione della Procura, Formigoni ha affermato che “non si tratta di utilità ma di scambi tra persone che sono amiche” e che “l’amicizia è la tipica cosa in cui non ci sono calcoli”.
Formigoni: “Daccò è un amico da anni”
Quindi, ha parlato dell’amicizia con Pierangelo Daccò, conosciuto nel 2001 al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, quando il faccendiere collaborava con il Fatebenefratelli. “Col tempo è diventato amico” ha spiegato Formigoni, sostenendo che “negli anni successivi si sviluppò un rapporto e spesso passava nel mio ufficio per un saluto e per uno scambio di chiacchiere tra amici”. Per l’ex governatore lombardo, poi, Daccò “è una persona simpatica con cui è simpatico stare e con cui trascorrevo periodi di vacanza”.
In merito alle vacanze ai Caraibi e in barca trascorse col faccendiere, Formigoni ha dichiarato che “non è mai stato architettato o pianificato alcunché”. L’ex governatore ha, poi, affermato di essere andato spesso in Sardegna dal 2006, quando “Daccò e Simone mi invitavano”, ma che l’uso esclusivo della barca “si riduce a 10-12 giorni di agosto e 1 o 2 week end nei mesi di luglio e settembre”.
Formigoni: “Mi sono esposto con leggerezza”
“Quello che mi posso imputare è di essermi esposto con leggerezza in quello che ai miei occhi è sempre stato un rapporto personale di confidenza, sempre distinto dalla mia funzione pubblica” ha detto in conclusione Formigoni ai giudici, ribadendo che l’amicizia con Daccò “non ha mai inciso sul mio operato in regione”.