Dimissioni e supereroi, cosa hanno in comune Antonio Conte, De Luca e Berlusconi?
Dimissioni, queste sconosciute potrebbe essere il sottotitolo dell’articolo. Facciamo una breve carrellata. In Giappone un parlamentare del Governo in carica, qualche mese fa si è dimesso per non avere dichiarato in campagna elettorale 4.000 € ricevuti da una sostenitrice sud coreana. Negli Stati Uniti un membro della Camera si è dimesso dopo che hanno reso pubbliche le foto che lui aveva pubblicato su face book di se stesso a torso nudo. In Germania si è dimesso l’astro nascente della politica di centrodestra quando hanno scoperto che la sua Tesi di Laurea conteneva 4 pagine (4! Quattro. 96 righe in totale) copiate.
Dimissioni: in Italia?
Marino il cui nome evoca transoceaniche avventure, ha fatto suo il motto marinaro “per le procelle al porto” (ho scritto “procelle”, non fate finta di avere letto altro…): nonostante tutto intorno degeneri in tempesta, lui non si dimette
Antonio Conte 104 persone rinviate a giudizio per la nuova calciopoli, tra queste il ct della Nazionale. Ha subito detto che non si dimetterà e che ha in mente solo i prossimi europei.
De Luca per la Legge Severino non avrebbe dovuto nemmeno candidarsi, è stato eletto, è stato segato dal PD, ha fatto ricorso al TAR, ed ora si è insediato. Nel suo vocabolario si passa dalla voce “diminuzione” a “dimoiare”; in mezzo non c’è nulla.
Berlusconi da indagato a condannato secondo il momento, prendete quello che volete – in varie fasi politiche, non si è mai dimesso né mai ha valutato l’ipotesi di farlo.
D’Alema quando a sua volta fu oggetto di indagine della magistratura, rispose con il berlusconiano “non mi dimetto, è un attacco politico alla persona”. Uniti nella necessità: sopravvivere. A volte le ragioni per dimettersi non sarebbero giudiziarie, ma semplicemente legate ad un minimo di dignità: ma anche in questo caso… Fu fantastico Fassino con il suo “finalmente abbiamo una banca”; fu fatto cadere nel dimenticatoio, e l’ingenuo esternatore riciclato come Sindaco.
Simone di Cagno Abbrescia, fotografato durante una seduta della Camera mentre guardava pagine web di escort (non la Ford ovviamente) con l’’iPad pagato dallo Stato, e si giustificò invocando la pruderie maschile.
E che dire dei Parlamentari – di vari colori – che stando al Governo vanno a manifestare contro l’attività dello stesso (lo ha fatto SEL, Lega Nord, 5 Stelle)? Ma sei impazzito? Sei al Governo: o agisci o non ti riconosci e ti dimetti. O ti… cosa? Non ho capito l’ultima parola… Va bè, fa niente. Di cosa stavamo parlando? Devo andare.
Conclusioni su dimissioni e fumetti
Trovo agghiacciante la bizzarra (è un eufemismo ovviamente) caratteristica italiana per la quale nessuno si dimette mai da nulla in alcun caso. Mi viene in mente una frase di Stan Lee (famoso creatore di molti supereroi Marvel): da un grande potere derivano grandi responsabilità. Forse in Italia la classe dirigente e politica dovrebbe leggere più fumetti.