Crisi Grecia, per l’ex premier Monti il referendum ha indebolito Tsipras
L’ex premier Monti è sferzante verso il premier greco in una sua intervista al Foglio
“La vittoria del no, pur avendo rafforzato Tsipras sul piano interno, non l’ha affatto rafforzato nel negoziato con l’Europa. Questa sarà probabilmente più dura e rigorosa, non solo per evitare che appaia premiato chi ha violato i principi di lealtà e collaborazione tra partner, pur nelle divergenze di interessi, ma anche per evitare che il modello greco possa essere esportato. Eppure, mi verrebbe da dire, ormai la frittata è fatta. Il referendum greco è stato una mossa tattica e cinica che non porterà benefici al Paese governato da Tsipras , ma è un precedente che potrà essere cavalcato dalle forze populiste che stanno emergendo in Europa. Sono convinto che già a novembre, quando si voterà in Spagna, i partiti che si ispirano a quel modello politico potranno riservare sorprese problematiche per l’Europa”, afferma, riferendosi in particolare a Podemos che sale nei sondaggi in Spagna
Con uno sguardo sullo scenario italiano, Monti afferma che “viviamo in una fase in cui la tendenza della politica è quella di ragionare con la logica esclusiva del breve termine”.
Lancia una frecciata anche al premier italiano: “Penso che Renzi a differenza di molti altri leader a cominciare da Tsipras, abbia una visione generale, di lucidità non comune, dei problemi strutturali del paese. Ma vorrei incoraggiarlo, proprio perchè lui, Renzi, è figlio della generazione short term, a governare senza pensare eccessivamente alle prossime elezioni. Provando a emanciparsi, se così si può dire, dal ‘fascino degli 80 eurò, che ha portato sì benefici elettorali ma che come era prevedibile non ha portato, a fronte di un impegno ingente di risorse finanziarie scarse, grandi benefici al nostro sistema economico”.
Crisi Grecia, per Monti una soluzione è possibile l’accordo non sarà leggero
Mostra infine un moderato ottimismo per le trattative: “Credo che una soluzione sia possibile e sono convinto che si riuscirà a costruire un compromesso che possa evitare l’uscita della Grecia dall’Eurozona, forse rimandando alcune scadenze del debito e riducendone un poco il costo in cambio di un accordo che però non potrà essere molto più leggero di quello che il governo Tsipras si è rifiutato di firmare”