Rosy Bindi si dimette dalla Commissione Affari Costituzionali
Rosy Bindi ha lasciato la commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. La ex presidente del Partito Democratico lo ha comunicato al capogruppo dei dem a Montecitorio Ettore Rosato.
Bindi non verrà sostituita
Dall’entourage dell’ex ministro spiegano che la scelta è legata alla volontà di proseguire al meglio l’impegno richiesto dalla presidenza della Commissione Antimafia, inconciliabile con quello della prima Commissione di Montecitorio. Bindi, poi, non verrebbe sostituita perché con l’uscita dal Pd di Stefano Fassina, il gruppo dei democratici ha perso il diritto a un componente in commissione.
Nessun motivo politico
Quello che è certo, però, è che non c’è alcun motivo politico dietro la scelta di Bindi, nonostante le tensioni con Matteo Renzi ed altri esponenti dem nel corso degli ultimi tempi. L’ex presidente dem, infatti, non aveva rinunciato ad alcune stoccate nei confronti del primo ministro e, in particolar modo dell’Italicum.
“Se la riforma costituzionale per l’approvazione dell’Italicum torna così com’è alla Camera il mio voto favorevole non ci sarà” ha, infatti, affermato Bindi puntando, poi, il dito contro le riforme: “Le riforme che abbiamo approvato nell’ultimo anno le divido alla luce di una domanda: rafforzano o umiliano la democrazia parlamentare?” ha affermato l’ex ministro dei governi Prodi, aggiungendo che “se la rafforzano avranno il mio voto, se la umiliano no“. “Io voglio una democrazia parlamentare, non un presidenzialismo mascherato senza garanzie” ha, poi, concluso Rosy Bindi.
Alla vigilia delle elezioni regionali e amministrative del 31 maggio, Bindi era entrata in attrito anche con Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Campania (poi risultato eletto), che era stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili” della commissione parlamentare Antimafia. Ne era seguito un lungo botta e risposta tra i due, in cui l‘ex sindaco di Salerno aveva affermato di voler denunciare la presidente della commissione, sfidandola in un dibattito pubblico, e Bindi aveva parlato di accuse volgari e diffamatori nei confronti della Commissione Antimafia.