I Ministeri tagliano, mentre i Comuni mantengono. Si parla di auto blu e di quelle di servizio: Renzi aveva parlato di tagli ai costi della politica. E partire dall’enormità di auto blu (quelle dismesse sono, infatti, andate all’asta) era la via. Non sembra, però, uniformarsi tutta la penisola.
Il premier aveva annunciato: “non più di cinque auto blu per Ministero”. E ci si sta lavorando. Tuttavia, al contrario, in alcune parti d’Italia, specialmente nel Meridione, questa epica lotta contro i costi della politica non dà i suoi frutti. Mancata collaborazione, anzitutto. Si prenda il Comune di Marsala. Lì dove i Mille (qualcuno in più, in verità) sono sbarcati con l’obiettivo di conquistare il centro sud: 81 auto pubbliche complessive. A Messina, invece, la sola università conta 23 auto pubbliche e due autisti. Esagerazioni all’italiana. E pensare che 7 di queste non sono utilizzate.
Ma è la politica a fare cassa di risonanza. La Provincia di Messina, fin quando esisterà, detiene 37 automobili pubbliche e 17 auto blu. Il Comune inaspettatamente batte Provincia, inoltre: 71 ‘blu’ di cui con uso esclusivo di autista. Poi c’è il caso di Grosseto. Assurdo: se le Province sono state abolite dal DDL Delrio perché “continuare ad andare a giro con un’auto da 50-60mila euro? E poi a cosa serve un lampeggiante ed una paletta della Provincia in bella vista”, si chiede su facebook Claudio Pacella, consigliere comunale della Lista Lolini-Ppe. Non è l’unico a chiederselo.
Daniele Errera