E alla fine il rimpasto del governo, dopo mesi di attesa sembra essere arrivato.
Vi era da sostituire la ministra per gli affari regionali Lanzetta, dimessasi a gennaio per accettare l’incarico di assessore alla regione Calabria, poltrona che però poi ha rifiutato in polemica con la scelta di un altro assessore dalle credenziali antimafia non impeccabili.
Celebre per l’invisbilità in effetti la sua assenza non si è notata molto, ma dopo le dimissioni del viceministro degli esteri Pistelli che ha accettato di divenire, non senza polemiche, vicepresidente ENI, e la rinuncia di Gentile alla poltrona di sottosegretario alle infrastrutture dopo le polemiche sulle sue indebite pressioni sulla stampa locale, le caselle vuote da riempire sono molte.
E così dopo mesi di trattative, in cui ha pesato la sostituzione di Lupi con Delrio alle infrastrutture, il NCD pare essere riuscito ad ottenere la poltrona di ministro per gli affari regionali per Quagliariello, già ministro con Letta alle riforma costituzionali.
Il rimpasto continua con la scelta di Enzo Amendola, attuale responsabile esteri del PD, come viceministro agli esteri appunto, in sostituzione di Pistelli, e di Cesare Damiano come viceministro allo sviluppo, dopo la nomina di De Vincenti a sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
E’ una nomina pesante questa, in quanto Damiano rappresenta quella sinistra PD che non vuole rompere con Renzi ma contribuire a sterzare a sinistra le sue politiche, per esempio sulle pensioni, con la proposta di riforma che prevede una pensione anticipata penalizzante
Il rimpasto si completa con l’assegnazione della casella di sottosegretario alle infrastrutture a Scelta Civica, che è rimasta ora solo con il sottosegretario Zanetti dopo il passaggio al PD della ministra Giannini, anche se in realtà pare che fosse il capogruppo Andrea Mazziotti a mirare all’incarico di ministro degli affari regionali.
Non c’è tuttavia solo il governo. Anche nelle commissioni vi sarà un balletto di poltrone, con le presidenze assegnate nel 2013 a dei forzisti, come Sisto o Vito, allora PDL, che ora spettano alla maggioranza, essendo Forza Italia passata all’opposizione.
Sarà quindi un nuovo gioco di equilibri tra PD, NCD, Scelta Civica e Per l’Italia-Cd, gruppo politicamente composto dai deputati di Centro Democratico e Democrazia Solidale.