Corsi e ricorsi storici. Se Berlusconi pensava di aver stupito tutti con la rinascita di Forza Italia, adesso torna indietro sui suoi passi anche sulle larghe intese: via libera, ma solo in caso di crisi. Una crisi evidente, non latente. Questa è l’unica ragione per la quale Berlusconi potrebbe decidere di correre in soccorso del Governo Renzi.
Berlusconi: “Aiuto Renzi se la situazione precipita”
Ma alle regole di Forza Italia. Parla l’ex cav: “io una mano d’aiuto a Renzi la do, ma solo se la situazione precipita, non certo per fare le riforme che vuole lui”.
E’ la situazione internazionale che preoccupa Berlusconi. La Grecia, il pericolo default e conseguente uscita dall’euro (più distanti dopo l’accordo raggiunto oggi). Quindi le minacce Isis a Roma (si veda l’attentato all’ambasciata nostrana a Il Cairo). E’ proprio sul fronte internazionale che l’ex premier vuole giocare un punto di forza. Tuttavia, “la mano d’aiuto che più volte abbiamo offerto al premier in politica estera non è mai stata presa in considerazione”.
E’ Renzi che fa la politica internazionale italiana, non la Farnesina, non Berlusconi. Tutto parte da Palazzo Chigi e Berlusconi questo lo sa. Ma sa anche che i numeri nel Pd sono sempre più risicati, soprattutto alla luce di una possibile scissione a sinistra del partito (prima Civati, ora Fassina, chissà in futuro).
Forza Italia, Fitto e Verdini
Pure in Forza Italia la situazione non sembra delle più distanti: Fitto formalizzerà nelle prossime ore il nuovo soggetto politico fuori da Forza Italia mentre Verdini e i suoi stanno uscendo e nulla serve l’intervento in extremis dei mediatori. “Non ho altra scelta. Spero un giorno Silvio ricordi chi gli riempì la piazza sotto casa domenica 4 agosto 2013, dopo la condanna Mediaset”, rivendica Verdini.
Situazione economica del Paese
L’iniziativa di Berlusconi, comunque, resta in piedi. Adesso più che mai: “se la situazione economica precipitasse o se ci fosse un attacco diretto contro l’Italia, noi, con responsabilità, ancora una volta, potremmo dare il nostro contributo. Anche entrando in un governo di emergenza nazionale, se necessario”. Addirittura “a settembre potremmo accettare di sedere al tavolo della riforma costituzionale solo a una condizione – confida Berlusconi ai fedelissimi – se Matteo accettasse di rivedere l’Italicum, introducendo il premio alla coalizione anziché alla lista o quanto meno la possibilità di apparentamento tra il primo e il secondo turno”.
Daniele Errera