Scenari, Berlusconi medita sul futuro (e sul ruolo) di Forza Italia
Silvio Berlusconi e lo scacchiere politico di Forza Italia: nei piani dell’ex cavaliere l’alleanza non è nemica dell’intesa. Berlusconi starebbe in queste ore riflettendo circa le vie programmatiche d’azione per l’immediato futuro di Forza Italia e, più in generale, di tutto il centrodestra. La crisi economico-finanziaria greca, i fronti militari libici e siriani e le risoluzioni sul dossier nucleare iraniano potrebbero rappresentare, per l’imprenditore di Arcore, un ripensamento dell’assetto politico e strategico sia a livello nazionale che europeo.
Ue e Ppe: due carte da giocare al meglio
Il Parlamento europeo insieme al Partito Popolare Europeo, casa comune di tutte le forze politiche liberali, popolari e conservatrici del vecchio continente, sarebbero, nei piani di Berlusconi, due carte importanti da ben giocare per il rilancio del partito azzurro a livello internazionale. Non soltanto un ritorno ai valori dell’egida popolare troverebbe riscontro in un elettorato deluso da mesi di subalternità allo strapotere renziano e ad un Patto del Nazareno rivelatosi sostanzialmente infruttuoso a livello riformatore per gli interessi della destra, ma potrebbe garantire un incremento di utili e consenso alla luce di una strategia internazionale comune anche qualora dovesse scatenarsi una crisi macroeconomica sistemica derivante da un eventuale default della Grecia, ipotesi che attualmente sembra tuttavia attenuarsi in favore di un accordo tra le parti in causa, o degenerare il contrasto al terrorismo internazionale. Insomma Forza Italia dovrebbe, nelle mire di Berlusconi, tornare ad avere un ruolo di alfiere fondamentale alla ricerca di una responsabilità condivisa, in Italia e in Europa, la quale possa nuovamente essere appetibile per un corpus elettorale disilluso.
Ruolo chiave di Antonio Tajani
In questo senso, Antonio Tajani, possibile presidente del Parlamento Ue nel luglio del 2017 in rappresentanza proprio della suddetta tradizione politica, potrebbe rappresentare un valore aggiunto e un collante di spessore al fine di far confluire prolificamente in Europa e nel Ppe le mire di Forza Italia magari in un tandem di livello con il Carroccio di Matteo Salvini. Le linee direttive d’azione partirebbero ancora una volta da Arcore, località dalla quale l’ex premier, almeno per il momento, gradirebbe non muoversi complici anche le ultime sentenze di condanna giudiziaria in primo grado, e si dirigerebbero con preciso vettore direzionale alle rappresentanze parlamentari romane cercando di serrare i ranghi su due fronti: i dissidenti seguaci di Denis Verdini al Senato e la nuova rappresentanza politica di Raffaele Fitto. In queste ore il fronte interno sarebbe molto teso anche in virtù delle prossime Amministrative. Berlusconi non avrebbe intenzione di proporre revanscismi e falsi connubi sullo stile del Patto del Nazareno, epoca questa che considererebbe in sé conclusa alla luce dell’atteggiamento del premier Renzi che l’ex cavaliere, secondo fonti a lui vicine, non faticherebbe ormai a definire incline alle “chiacchiere effimere”.
Forza Italia, l’importanza della città di Milano
Sintesi estrema dei piani politici di Silvio Berlusconi sarebbe in questo periodo la città di Milano. Il leader forzista è ben cosciente che un rinnovato controllo dell’amministrazione comunale meneghina garantirebbe quel necessario abbrivo politico in più per potersi presentare più forti e uniti alle prossime votazioni nazionali. Sulla falsa riga di Brugnaro a Venezia, ecco che allora la mente dell’ex premier starebbe già lavorando, insieme ai suoi sodali, alla presentazione di un candidato forte proveniente dal ramo imprenditoriale. Sarà ben difficile tuttavia escludere l’eventuale alleanza e intesa, anche a livello lombardo, con la Lega Nord. Ad ogni modo, differentemente da quanto avvenne durante il primo grande conflitto bellico mondiale, nel nuovo scacchiere politico di Berlusconi, né la prima né la seconda sembrano essere nemiche, almeno per il momento.
Riccardo Piazza