Si è spento questa mattina attorno alle ore 12:30 a Trieste l’ex parlamentare Willer Bordon. A renderlo noto è stata la segreteria dell’ex onorevole, che aveva 66 anni ed era malato da tempo.
Nel 1993 fu uno dei promotori di Alleanza Democratica
Giornalista e docente universitario presso la facoltà di Scienze politiche della “Sapienza” di Roma, Willer Bordon era nato a Muggia, in provincia di Trieste, nel 1949. L’ingresso in politica avvenne nella sua città natale, dove ha ricoperto il ruolo di sindaco per una decina di anni.
Quindi, nel 1987, il salto alla politica nazionale, con l’elezione alla Camera dei Deputati nelle liste del Partito Comunista Italiano. Oltre a Botteghe Oscure, Bordon è stato iscritto anche al Partito Radicale e al Partito Democratico della Sinistra, nelle cui liste venne riconfermato deputato nel 1992.
Sostenitore dei referendum del 1993, in quello stesso anno si avvicinò a Mario Segni e a Ferdinando Adornato, con i quali fondò il partito di Alleanza Democratica, un tentativo di aggregare ciò che era rimasto della tradizione riformista italiana dopo la serie di scandali politici e giudiziari passati alla storia come “Tangentopoli”. Il partito, presentatosi con il suo simbolo solo alle elezioni politiche del 1994 elesse 18 deputati e 6 senatori, confluendo prima nel Patto dei Democratici (1995) e, poi, nell’Unione Democratica di Antonio Maccanico, nel 1997.
Sottosegretario e ministro dei governi ulivisti
Parlamentare eletto per due volte nel collegio uninominale di Roma-Ciampino, sul finire degli anni Novanta, Bordon ottenne anche degli incarichi governativi: sottosegretario ai Beni culturali durante il primo governo D’Alema, ministro dei Lavori pubblici durante la seconda esperienza del leader del Pds-Ds a Palazzo Chigi e titolare del dicastero dell’Ambiente durante il secondo esecutivo guidato da Giuliano Amato.
Nel frattempo, Bordon aveva fondato l’Italia dei Valori con Antonio Di Pietro, passando successivamente ai Democratici di Romano Prodi e, quindi, alla Margherita di Francesco Rutelli. Al contrario di molti suoi colleghi, però, non aderì al Partito Democratico, creando una nuova Unione Democratica e schierando, alle politiche del 2008, l’Unione Democratica per i Consumatori con a capo Bruno De Vita.
Prima della candidatura a sindaco di Roma nel 2008, poi ritirata a favore di Francesco Rutelli quale unico competitor del centrosinistra, Bordon si era dimesso da senatore come “atto forte di testimonianza di chi sente il dovere di difendere le istituzioni dalla deriva di sfiducia che investe la politica”.
Dopo aver lasciato la politica nel 2008, Bordon si era dedicato all’imprenditoria, svolgendo le sue attività soprattutto nel campo delle energie rinnovabili. Da ultimo, aveva restituito alla città di Roma il Teatro Quirinetta.
Rosato (Pd): “Perdo e piango un caro amico”
Tra coloro che, oggi, ricordano per primi il compianto politico di Muggia c’è il capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato, triestino esattamente come Bordon. “Un politico mai sazio di novità” ha detto Rosato di Bordon affermando che “la sua è stata una parabola ascendente eccezionale” e che “ha sempre battuto strade nuove, cercando sintonia con i cittadini”.
“Non era un trasformista, semmai un innovatore” ha, poi, proseguito Rosato, sottolineando che Bordon “sapeva cogliere, come pochi altri, il nuovo che maturava nel Paese”. “Con Bordon perdo e piango un amico carissimo”, ha, poi, concluso Rosato.
L’ultima apparizione pubblica di Bordon
L’ultimo intervento pubblico di Willer Bordon è stato in occasione della presentazione di Per un pugno di simboli, il libro scritto da Gabriele Maestri, ricercatore universitario e caporedattore di Termometro Politico. In quell’occasione, tra l’altro, aveva ripercorso la nascita del simbolo di una delle formazioni che aveva contribuito a varare: l’asinello dei Democratici, nel 1999. Ecco il suo ricordo, nell’audio messo a disposizione da Maestri.