Alla ricerca della normalità in Grecia: Tsipras punta al rimpasto, dopo le defezioni dei radicali di Syriza e Anel, per l’approvazione da parte del Parlamento ellenico del terzo piano di salvataggio. Probabile l’uscita di alcuni ministri politici dall’esecutivo, per far posto ai tecnici.
Se il leader greco resisterà nei prossimi due mesi, con un governo di minoranza che includa i centristi e i socialisti pro-austerity, le elezioni ci saranno solo in autunno. La volontà di Tsipras è di arrivarci unito con tutto il partito, ipotesi difficile dopo la fuoriuscita di vari esponenti, incluso l’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, sostituito da Euclid Tsakalotos. 32 deputati su 149 hanno votato un secco no al memorandum.
Energia, finanze, difesa, politiche comunitaria: ecco chi verrà sostituito
Alexis Tsipras, che passa l’intera giornata chiuso fra la sede del partito, il Parlamento e la sua residenza, sta discutendo sulla prossima squadra di governo che dovrà stilare le riforme promesse all’Unione europea per la prossima settimana. A saltare dovrebbero essere il ministro dell’energia Lafazanis, forse quello della pubblica amministrazione Voutsis, e i vice delle finanze Valavani, della difesa Issicos e della politiche comunitaria Houdis.
A sostituirlo potrebbero essere dei personaggi non necessariamente vicini a Syriza, tecnici indipendenti e professori universitari. L’esigenza nasce dai numeri. Con soli 110 deputati, il partito radicale ellenico non può sopravvivere al governo e portare a termine il pacchetto di riforme urgenti. Verrà chiesto aiuto ai socialisti e ai centristi democristiani.
Il sostegno della Troika
Tsipras ha accettato nuova austerità, così provengono segnali positivi dal resto d’Europa. Sebbene in Grecia le banche restano in uno stato di pre-insolvenza, potrebbero riaprire da lunedì, con la decisione della Banca centrale europea di ritoccare a rialzo il tetto di liquidità (anche se il limite di ritiro dei contati rimarrà ancora ai 60 euro al giorno). In più il parlamento finlandese ha approvato il terzo piano di salvataggio della Grecia e Jean Claude Juncker ha confermato il prestito dei sette miliardi. “Arriverà lunedì (giorno in cui però non riapriranno le banche greche)” annuncia il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis che ha escluso un taglio del debito “la questione del debito è di nuovo in agenda, si è pronti a discuterla ma è chiaro, come ha detto l’Eurosummit, che non ci sarà nessun ‘haircut’ del valore nominale, ma come fare non so ancora dirlo, sta ai Paesi della zona euro deciderlo, la Commissione non è un creditore”.
Apre anche il Fondo monetario internazionale: “Bisogna ristruttura il debito e alleggerire il fardello”, ha detto Christine Lagarde. Poi ha continuato: “Non siamo alla fine di un processo. Siamo all’apertura, su un calendario molto serrato e con una sfida colossale”. Lo ha detto sempre la numero uno del Fmi in un’intervista alla tv Europe 1. Il debito dovrebbe essere ristrutturato attraverso un considerevole allungamento delle scadenze e del periodo di grazia» e con “una riduzione al massimo gli interessi”.
Intanto oggi il Bundestag tedesco ha approvato ad ampia maggioranza l’avvio dei negoziati con Atene per un terzo pacchetto di aiuti. Hanno votato a favore 439 deputati. Contrari 119. Quaranta gli astenuti. “So che ci sono molti dubbi sul fatto che la Grecia possa stare di nuovo sulle sue gambe, ma sarebbe irresponsabile non tentare questa strada e non dare una nuova chance alla Grecia”, aveva detto la cancelliera Angela Merkel al Bundestag, aprendo la discussione sul piano di salvataggio.