Ammonterebbe ad un milione e duecentomila euro la cifra finora versata dai consiglieri regionali del Piemonte indagati per lo scandalo “Mutande verdi”, quando l’intero consiglio regionale guidato da Roberto Cota venne sottoposto a verifiche per il presunto utilizzo di fondi pubblici non per attività istituzionali ma per spese personali, tra cui gli ormai famosi boxer verdi acquistati dall’ex governatore leghista negli Usa.
La metà degli indagati avrebbe già provveduto alla restituzione dei fondi del gruppo consiliare indebitamente utilizzati (che stando alle accuse ammonterebbe ad un milione e mezzo di euro, ma ai quali nel risarcimento richiesto è necessario aggiungere la maggiorazione del 30% relativa al danno di immagine).
Il procedimento, che si avvia ora verso la ripresa dell’udienza preliminare a porte chiuse, vede ben 42 imputati, 14 dei quali hanno chiesto il patteggiamento: Luigi Cursio, Andrea Buquicchio, Tullio Ponso, Antonello Angeleri, Mario Carossa, Elena Maccanti, Michele Marinello, Gianfranco Novero, Giovanna Quaglia, Marco Botta, Cristiano Bussola, Luca Pedralee, solo per peculato, Sara Lupi, figlia del consigliere regionale Maurizio Lupi anch’egli indagato. Mentre Valerio Cattaneo, Carla Spagnuolo, Francesco Toselli e il consigliere comunale Gabriele Moretti hanno invece chiesto che si proceda con il rito abbreviato.
L’imputato più illustre, Roberto Cota, come da sua richiesta sarà giudicato separatamente con il rito immediato con la prima udienza fissata per il 21 ottobre. Cota fa parte di quei consiglieri che ha restituito quanto sborsato per le spese contestate. Nel procedimento in corso la regione Piemonte per il momento non si costituirà parte civile, essendo necessaria una delibera di giunta per poterlo fare, ma solamente come persona offesa dal reato.
Riccardo Bravin