La nuova tragedia tra Lampedusa e Libia è uno shock anche per i vertici dell’Unione Europea. “Nel prossimo Consiglio degli affari interni bisognerà discutere come affrontare le sfide nel Mediterraneo” è il pensiero di Cecilia Malstrom, commissario UE. Che aggiunge: “bisogna dare seguito all’Action Plan identificato dalla Commissione”, chiedendo di “impegnarsi nella ricollocazione dei rifugiati direttamente dai campi fuori la Comunità Europea, e nell’apertura di nuovi canali legali di ingresso, per evitare ai migranti di cadere nelle mani dei trafficanti”. Poi l’auspicio: “se ogni Stato si occupasse di ricollocare anche solo qualche migliaio di persone, questo ridurrebbe significativamente la pressione dei flussi migratori nel Mediterraneo”, perciò “è ora che gli Stati passino dalle parole ai fatti”.
L’intervento della Malstrom non serve però ad ammorbidire le reazioni dall’Italia. Va registrato infatti un durissimo attacco frontale parallelo da parte del premier Renzi e del ministro degli Interni Alfano. “Le nostre navi sono lì a recuperare morti e soccorrere vivi, ma l’Europa non ci sta aiutando”, sostiene il responsabile del Viminale. Dello stesso tenore Renzi: “Alfano ha ragione, l’Europa non può salvare Stati e banche e poi lasciar morire madri e bambini”.
Al coro si aggiunge il Guardasigilli Orlando: “permane un deficit di cooperazione europea ed internazionale nel contrastare al traffico di migranti”. Anche Carlotta Sami, portavoce Unhcr – Alto Commissariato Nazioni Unite per i Rifugiati – per il Sud Europa, sostiene la necessità di “ogni sforzo congiunto per il salvataggio in mare di persone in fuga da guerre e persecuzioni”, elogiando la Marina Militare italiana e le navi mercantili per il tempestivo soccorso fornito.
Emanuele Vena