Egitto: l’impunità dei servizi e le “sparizioni forzate”
Egitto: un rapporto dell’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch denuncia i metodi usati dal governo de Il Cairo per mantenere l’ordine “politico” nel paese.
Egitto: impunità quasi assoluta
Da quando Abdel Fattah Al Sisi è salito al potere, rovesciando l’ex presidente Mohammed Morsi nel 2013, i servizi di sicurezza egiziani agiscono “nell’impunità quasi assoluta“. A denunciare le sistematiche violazioni dei diritti umani dalle parti de Il Cairo è stato l’autorevole osservatorio Human Rights Watch (HRW) per bocca del suo responsabile in Medioriente Joe Stork: centinaia le persone uccise e oltre 40mila gli incarcerati durante il “giro di vite” che ha interessato tutte le anime del dissenso attive nel paese. Infatti, le sistematiche violazioni dei diritti umani – riferiscono da HRW – hanno sì riguardato i Fratelli Musulmani, non estranei a trame eversive, ma anche attivisti laici e progressisti.
Egitto: persone “forzatamente scomparse”
HRW ha documentato i casi di 5 persone “forzatamente scomparse” tra l’aprile dell’anno scorso e il giugno 2015, più quelli di altre 2 persone che però non è stato possibile verificare definitivamente. In tre di questi casi le persone sono state arrestate da agenti in borghese sulla pubblica via e in presenza di numerosi testimoni ma le autorità hanno temporeggiato per diverse settimane prima di ammettere di averle in custodia e comunicare il luogo di detenzione alle rispettive famiglie. Sicuramente peggiore la vicenda che ha coinvolto altri 3 egiziani che dopo essere stati arrestati prima sono “spariti” e tempo dopo ritrovati cadavere. Resta l’ultimo caso preso in esame da HRW, quello di un medico egiziano la cui scomparsa rimane tuttora misteriosa.
Il lavoro di Human Rights Watch riprende quello di altre organizzazioni per i diritti umani egiziane che, sin dalla presa del potere di Morsi, cercano di ricostruire la storia delle persone “forzatamente scomparse”. L’organizzazione Freedom for the Brave, per esempio, ha documentato 164 “sparizioni forzate” tra aprile e giugno 2015: 64 le persone che sono state “ritrovate” dopo aver passato 24 ore in cella, cioè il tempo massimo che la polizia egiziana ha a disposizione per tenere qualcuno in custodia senza formalizzare delle accuse, invece, sono 66 quelle di cui ancora non si conosce la sorte.