Piovono sospetti su Yoani Sanchez
Continua a destare dubbi e polemiche Yoani Sanchez, la dissidente cubana che dal 2007 tiene un blog – Generation Y – seguito da milioni di utenti. In questa piattaforma digitale, racconta la sua visione della realtà quotidiana nel paese centroamericano scagliandosi contro il governo di Fidel prima, e di Raul Castro poi.
Nel mondo occidentale, da anni la Sanchez riscuote tanti premi dalle istituzioni liberaldemocratiche quante critiche dagli ambienti legati alla sinistra radicale, come “Le monde diplomatique” o “Latinoamerica”, la rivista specializzata diretta da Gianni Minà. Da diverse ricostruzioni, infatti, sembrerebbe che la blogger cubana sia saldamente legata alla diplomazia statunitense e finanziata da gruppi di interesse occidentali. In molti, inoltre, contestano a Yoani Sanchez una serie di incongruenze relative alla sua attività di quotidiano attivismo mediatico, il quale si scontrerebbe con la mancanza di libertà di informazione a Cuba da lei denunciata.
Alle critiche da sinistra, ora si aggiungono quelle dei suoi ex collaboratori. L’Huffington Post Italia ha infatti riportato la lettera di Gordiano Lupi, che curava le traduzioni su La Stampa, per la quale la Sanchez teneva un blog. Dalla lettera di Lupi – anch’egli esperto di vecchia data di questioni cubane – emerge una Yoani Sanchez interessata esclusivamente al conseguimento dell’affermazione personale. Scrive Lupi: “in realtà lo scopo di Yoani Sánchez è sempre stato quello di diventare ricca e famosa. Adesso l’ha raggiunto. Adesso stia lontano da me, che ho perduto persino il diritto di rientrare a Cuba, mentre la principessa delle blogger entra ed esce come se fosse un moscone che un po’ ronza all’Avana, un po’ a Miami”.
Accuse pesanti quelle di Lupi, che tuttavia si differenziano da quelle generalmente espresse nei confronti della blogger in relazione ai suoi presunti legami con i servizi segreti americani. Lupi infatti racconta di aver provato più volte l’impressione che la Sanchez possa essere stata sì una “spia”, ma assoldata dalla stessa famiglia castrista “per gettare fumo negli occhi”, ovvero per dimostrare al mondo che a Cuba è possibile fare opposizione senza essere arrestata o intimidita. Ipotesi suggestiva, ma a dire il vero un po’ improbabile. “ A questo punto non lo so se Yoani Sánchez è un’agente della Cia o della Rivoluzione Cubana. Non lo so e non m’interessa neppure di saperlo. So solo che non è la persona che credevo. Tanto mi basta”.
Dichiarazioni forti, a cui è possibile che risponda anche la diretta interessata. Resta da capire adesso se lo sfogo di Gordiano Lupi, dopo anni di collaborazione intensa con la Sanchez (di cui ha tradotto anche “Cuba libre. Vivere e scrivere all’Avana”, edito da Rizzoli nel 2009), sia espressione di un sincero ripensamento nei riguardi del pensiero e dell’attività della blogger, o se nasconda delle valutazioni personali che prescindono dalla politica.