Sotto le insegne di ‘Azione liberal popolare e Autonomie’ è pronto a partire il nuovo progetto politico di Denis Verdini.
L’uscita, anticipata da tempo, del toscano da Forza Italia non sta passando inosservata. Perché Verdini è stato per anni l’uomo forte del partito di Berlusconi da cui sembra oggi irrimediabile un allontanamento. Tutti i tentativi di compromesso per riavvicinarlo a cui ha lavorato molto anche Confalonieri non ha hanno sortito l’effetto sperato.
Due i motivi che hanno scatenato la decisione del senatore al lavoro per costituire con altri fuoriusciti dei gruppi parlamentari autonomi: l’isolamento di Verdini dal cerchio magico dell’ex premier ora retto dalla plenipotenziaria Mariarosaria Rossi e le idee diverse sui rapporti col premier Renzi.
Il nuovo gruppo di Verdini
Intanto Dagospia lancia qualche indiscrezione dietro alla creazione del nuovo gruppo verdiniano. Il capogruppo sarà Lucio Barani, senatore proveniente dal Gal, unico parlamentare del Nuovo Psi. Inoltre sembrerebbe che tra i più acerrimi oppositori all’accordo tra Verdini e Renzi, ci sia il capogruppo del Pd al senato, Luigi Zanda (poco incline a dover trattare con un altro gruppo).
Gasparri: “Ma ‘ndo’ va Verdini?”
Lo strappo di Denis Verdini? “Ma ‘ndò va? La verità è che non ha una prospettiva. Ma questo Denis lo sa, mica nascerà mai il partito di Verdini. Nè avremo quello di Verdini-Fitto-Alfano, modello Brasile contro Resto del mondo?”. Lo afferma il senatore di Fi vicepresidente di Palazzo Madama in un’intervista a Repubblica. “Al di là dei numeri, questa scissione complicherà la vita a tutti. Non giova certo a Berlusconi e Forza Italia, per carità. Non conviene a Fitto, che passa da 12 a 10 senatori. Ma rischia soprattutto di danneggiare Renzi. Che magari pensa di avere qualche voto in più in Aula, ma sa bene che a volte dinamiche del genere accelerano la fine politica”.
“Sa per chi è invece una bella notizia? Per Civati, Fassina, Landini e Vendola: avranno un argomento polemico molto forte. E lo stesso vale per la sinistra del Pd, che già immagino gridare: ‘Va via Fassina e arriva Verdini!’. Restando in Forza Italia – continua il vicepresidente del Senato – Denis avrebbe avuto un peso maggiore, spingendo per non chiudere il dialogo sulle riforme. Ora invece è un partner politico di Renzi, che un pò si vergognerà di lui e un pò si imbarazzerà. Insomma, lo considero un errore politico”.
Cuperlo: “Verdini con noi come Varoufakis con Merkel”
“Verdini nel Pd sarebbe come Varoufakis vice della Merkel. Prima che improbabile, altamente irrazionale”. Così Gianni Cuperlo, leader della sinistra dem, in un’intervista a Repubblica.
Matteoli: “Non voglio finire sotto Salvini”
“Uno con la mia storia non può avallare l’analisi di chi va con la sinistra”, ma se Silvio Berlusconi “non struttura il partito, è finita. Io con lui ci starò per sempre. Ma sotto Salvini no, non ci voglio finire”. Lo dice Altero Matteoli, in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, dopo l’abbandono di Forza Italia da parte di Denis Verdini.