Ormai da tempo nell’occhio del ciclone, il sindaco della Capitale Ignazio Marino non sembra aver perso nessuna delle proprie certezze le ha sciorinate in una intervista a Repubblica. Una su tutte, quella che lo porta ad affermare con estrema sicurezza di aver “premuto reset, di aver interrotto il metodo che avvantaggiava i criminali”.
Marino criticato da noi, apprezzato all’estero
Che sia difficile essere profeta in patria, la storia ce ne ha dato innumerevoli dimostrazioni. Ignazio Marino non si è però mai fatto scoraggiare dalla difficoltà dell’impresa e intanto ha incassato la fiducia del New York Times. Un vanto non da poco.
Il New York Times: “Marino sindaco virtuoso”
Forte dell’iniezioni di fiducia arrivata da oltre oceano, che si traduce nell’esser riconosciuto come un “sindaco virtuoso”, il sindaco capitolino, per descrivere lo stato di Roma della sua amministrazione ricorre alla metafora: “È come quando ero in sala operatoria e avevo finito di reimpiantare il fegato: sapevo che l’operazione era di fatto finita e riuscita ma i familiari fuori ancora lo ignoravano. Io so che abbiamo cambiato gli aspetti economici e finanziari della città, che abbiamo riportato a Roma la legalità. Ma i cittadini, come i familiari fuori dalla sala operatoria, non lo possono percepire. Ma tra poco lo vedranno”.
Ai romani chiede tempo e fiducia
Marino chiede tempo e fiducia: “Credo che i cittadini capiscano che siamo nel mezzo di un cambiamento. I romani sono intelligenti e si rendono conto quando hanno a che fare con persone che ce la mettono tutta”.
Su amministrazione Alemanno: “Ho premuto tasto reset”
Il tasto sul quale continua a battere il sindaco capitolino, ormai in lotta anche con il suo stesso partito, è quello della rottura rispetto a quanto fatto dall’amministrazione precedente. Marino sicuro dichiara: “Ho interrotto ormai da molti mesi i meccanismi di trasmissione diretta del denaro, quello che ha portato all’infiltrazione di Mafia capitale fino ai vertici dell’amministrazione ai tempi di Alemanno”.
“Per il cambiamento occorrono mesi”
Per i disagi nella città che gli ormai molti suoi detrattori continuano a sottolineare in maniera sempre più vigorosa, Marino chiede tempo: “Per il cambiamento occorrono mesi, ormai in buona parte trascorsi. Spero che tra un anno i cittadini di Roma possano rendersi conto di quanto abbiamo fatto”.
Problema rifiuti: “Ho messo in atto tutte le misure necessarie”
Tra i principali disagi segnalati, vi è quello riguardante i rifiuti. Il sindaco della Capitale lo sa e ammette che la strada da percorrere, in questo senso, è ancora lunga. Non si astiene però dal ribadire di aver “messo in atto tutte le misure necessarie”. Impossibile parlare del tema rifiuti e non citare l’Ama, anch’essa coinvolta nell’inchiesta Mafia Capitale: “Credo nel pubblico ma se Ama non sarà in grado di tenere la città pulita sarò costretto a rivolgermi ai privati”.
Problema trasporti, Marino usa il pugno duro
Azzeramento dei vertici Atac, dimissioni dell’assessore alla Mobilità, Improta, e apertura ai privati. E’ dura la rappresaglia di Marino nei confronti del trasporto pubblico capitolino dopo giorni di disservizi che hanno mandato su tutte le furie la cittadinanza romana. “Intendo scusarmi con i cittadini e i turisti per i disagi inaccettabili nel nostro trasporto locale” ha affermato Marino che poi ha aggiunto “Siamo davanti ad una situazione drammatica per i trasporti urbani di Roma dal punto di vista della qualità di vita dei cittadini, della qualità dei servizi e dei conti di Atac”. Per questo “insieme a Zingaretti abbiamo deciso che da oggi Comune, Regione e Atac si impegnano a cercare un partner industriale mantenendo la maggioranza pubblica”.
“Chiedo all’assessore Improta di formalizzare le dimissioni che aveva già annunciato, è necessario immediatamente cambiare rotta e fare l’ammissione che è insufficiente il lavoro fatto” ha detto il sindaco in conferenza stampa. “Ho anche deciso di cambiare il cda di Atac dando mandato al direttore generale Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale, allontanando i dirigenti responsabili delle inefficienze”.
“Abbiamo dato mandato all’azienda di scrivere un piano industriale vero e forte per indire la gara – spiega – in questo modo anticipiamo l’avvio di un processo nazionale che impone di non gestire più il servizio in house a partire dal 2019”. “L’unica alternativa era chiudere Atac, portare i libri in tribunale e chiudere l’azienda mettendo a rischio lavoratori e servizio – aggiunge – sarebbe stata la solizione più facile ma penso che così possiamo farcela senza arrivare a una situazione così drammatica”.
Ora si cercherà di risanare l’azienda. Un compito arduo, ma Marino si mostra ottimista “Entro il 30 settembre 2015 c’è l’impegno della Regione Lazio di trasferire al Comune 301 milioni di euro come pagamento di vecchi contributi negati dalle destre negli scorsi anni”.
“Attendo valutazioni ministro Alfano”
Sul suo futuro e di quello della sua amministrazione, Marino prende tempo: “Voglio attendere le valutazioni di un servitore rigoroso dello stato come il ministro Alfano. Dopo ci sarà l’annuncio: indicheremo le nostre priorità per i prossimi mesi, un programma di ‘mid term’ che avrà al centro trasporti e pulizia. Saranno il nostro mantra quotidiano”.
Marino è stato più volte avvisato da Renzi
La realtà è che Matteo Renzi ha già lanciato più volte il suo monito. Destinatario, oltre al sindaco Marino, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta: “La gente non si chiede se un politico resta ma se è in grado di rispondere alle esigenze che ci sono”.
A lui e a Crocetta: “Si occupino di cose concrete”
Quindi l’avviso ai due: “Si occupino di cose concrete, mettano a posto la città, sistemino la sanità e si smetta tutti i giorni di guardare a strani e complicati giochi: se sono in grado di governare bene, se no vadano a casa e basta con la telenovela se restano no”.
Renzi risponde a Marino: “Non possiamo aspettare in eterno”
Il premier, intervenendo al Tg 5, ha anche risposto alle dichiarazioni di attendismo di Marino: “Dobbiamo far partire subito la fase due non possiamo aspettare in eterno la relazione di Alfano su Mafia Capitale”.