A Palazzo Chigi, nel 2013, quasi tutti i dirigenti sono stati premiati per merito. A riferirlo è Gian Antonio Stella, che sul Corriere della Sera di oggi parla dei premi per merito ai funzionari della Presidenza del Consiglio, sottolineando l’assenza dei dati relativi al 2014.
La denuncia del Movimento Cinque Stelle
Il tutto è partito, spiega Stella, da una interrogazione parlamentare dello scorso 24 giugno da parte di Riccardo Nuti, deputato del Movimento Cinque Stelle.
L’onorevole siciliano, rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, voleva fare chiarezza sulla mancata pubblicazione della “valutazione delle performance” e della “rendicontazione dei risultati raggiunti” dei dirigenti di Palazzo Chigi. Dati che, agli interroganti “non risulta che la presidenza del Consiglio dei ministri abbia mai pubblicato sul proprio sito istituzionale, in apposita sezione di facile accesso e consultazione denominata «Trasparenza, valutazione e merito»” e che, invece, dovrebbero essere diffusi “entro marzo”, così come stabilito dalla Legge Brunetta.
Stella: “I dirigenti governativi italiani guadagnano anche di più degli omologhi americani”
“Come mai?” si chiede Stella, aggiungendo: “forse sarebbe stato imbarazzante spiegare i risultati dei monitoraggi e la spartizione dei bonus. Così pensano i grillini. Che grazie a una fonte ben introdotta nel Palazzo assicurano di esser riusciti a ricostruire almeno il dato dei premi. Assegnati a pioggia malgrado lo status e la situazione economica dei dirigenti della sede governativa sia già buona”.
Rifacendosi ai dati diffusi dalla Casa Bianca, poi, Stella sottolinea che il confronto con Palazzo Chigi non regge: “su 474 dipendenti neppure uno s’avvicina allo stipendio minimo dei dirigenti «chigini», pari (dopo la sforbiciata renziana) a 197.262 euro e 57 centesimi”. Anche la più stretta collaboratrice di Obama, Anita Decker Breckenridge, afferma Stella, arriva al massimo a “173.922 dollari pari, al cambio di ieri, a 158.218 euro”.
Stella: “Premio per incoraggiare il funzionamento della burocrazia”
Comunque, l’autore della Casta ha spiegato che i premi per merito ai dirigenti, in Italia, si sono legati a “un bisogno spasmodico d’una burocrazia che funzioni. E che per averla indispensabile incoraggiare il merito premiando i più bravi e accantonando via via i più scadenti, più lavativi, più inefficienti”.
Tuttavia, Stella ricorda come questi premi, in realtà, fossero elargiti ampiamente. “Nel 2006, – scrive Stella – Luigi Nicolais (n.d.r. Ministro della funzione pubblica del Secondo governo Prodi) si sfogava: su 3.769 dirigenti della funzione pubblica quelli che avevano massimo dei voti, con premio conseguente, erano 3.769. Tutti. L’anno dopo al ministero dell’Economia veniva firmato un accordo di cui riportiamo il titolo dell’Ansa: «Tesoro: premi anche a dirigenti condannati ma bonus ridotto»”.
“Una vergogna. Che speravamo, dopo tanti proclami di una svolta, di non vedere più” ha, poi, continuato il giornalista del Corsera. Comunque, Stella non intende generalizzare: “alcuni di loro devono essere straordinari davvero, se sono riusciti in questi anni a reggere il Paese supplendo alle carenze di una classe politica spesso scadente”. “Ma proprio tutti?” si chiede in chiusura l’editorialista.