Renzi e Maurizio Landini, battutine al vetriolo alla firma per l’ex-indesit
Renzi e Maurizio Landini, battutine al vetriolo alla firma per l’ex-indesit
L’occasione era molto seria, la chiusura, finalmente, della vertenza tra Indesit-Whirpool e i sindacati, con la mediazione del ministero dello Sviluppo.
Whirpool completerà in due anni l’integrazione con Indesit, diminuendo però i tagli previsti lo scorso aprile che erano giunti come un fulmine ciel sereno per i dipendenti dell’azienda che già, prima dell’acquisizione dalla multinazionale americana, aveva stretto un accordo che prevedeva 940 esuberi, saliti poi a 1335, e infine a 1750, contando l’assunzione di 280 persone a Varese.
Il grosso dei tagli, oltre che su uno stabilimento di Fabriano e sul centro ricerche di Torino, era concentrato a Carinaro, in provincia di Caserta, il cui stabilimento di 800 persone era stato destinato alla chiusura.
Già a giugno si era riusciti a salvare almeno metà di questi operai, offrendo scivoli, incentivi al trasferimento, e prepensionamento agli altri 400, e ora c’è stato l’accordo completo, che prevede anche l’assunzione di 400 persone in Lombardia, un investimento di 513 milioni in 4 anni e una maggiore valorizzazione del Sud, in cui sarà gestita la componentistica, rispetto al piano originale.
Vi erano proprio tutti alla firma a Palazzo Chigi, non solo l’azienda, Renzi, il ministro dello sviluppo Guidi, ma anche i leader sindacali, in particolare i segretari della Fiom Maurizio Landini, della Fim-Cisl Marco Bentivogli, della Uilm Rocco Palombello e dell’Ugl metalmeccanici Antonio Spera.
Renzi a Maurizio Landini: “Maurizio siediti, non brucia”
Maurizio Landini da tempo è impegnato nella costruzione di un movimento alla sinistra del PD, i cui contorni non sono ancora chiari, non volendo essere un partito vero e proprio, ma certo le cui posizioni sono esplicitamente opposte a quelle liberal di Matteo Renzi.
E probabilmente proprio questi contrasti politici sono alla base del siparietto provocato da Renzi, che al momento della firma dell’accordo si è messo a prendere in giro Maurizio Landini chiedendogli di sedersi (stava firmando in piedi) e aggungendo che “la poltrona non brucia” e “è più forte di lui, non riesce a sedersi a Palazzo Chigi”.
Al momento, immediatamente successivo, della firma dei rappresentanti dei metalmeccanici di CISL e UIL Renzi ha ironizzato sul fatto che questi ultimi non indossassero la cravatta, mentre Landini, più radicale, sì.
Maurizio Landini è rimasto indifferente e forse vagamente infastidito dalle battute e non ha reagito.