Rai, intercettazioni e scuola: è una battaglia su tutti i fronti quella del M5S in Parlamento, che non sembra tralasciare nessuna delle ultime riforme del Governo.
La riforma Rai
Uno dei temi più caldi è la riforma della Rai: dopo l’emendamento presentato dal governo in Senato che introduce la possibilità di rinnovare il Cda con la legge Gasparri in attesa della nuova normativa, si scatena la protesta di tutte le opposizioni. Roberto Fico, penta stellato presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha affidato le sue critiche a Fabebook: “Dopo mesi di chiacchiere, conferenze stampa, tweet sulla necessità di una riforma della governance Rai, il governo ammette implicitamente il suo fallimento. Nessuna riforma all’orizzonte, i nuovi vertici della Rai saranno molto probabilmente nominati con quella stessa legge Gasparri che il premier ha detto infinite volte di voler cambiare. Il governo ha presentato un emendamento al ddl Rai che apre di fatto la strada al rinnovo del cda proprio con la legge che porta il nome del senatore di Forza Italia, introducendo contestualmente delle modifiche che rigettiamo in pieno”.
Fonti di governo non escludono che dopo l’ok al Senato, fissato per il 31 di luglio, il ddl venga trasformato in un decreto su cui eventualmente porre la fiducia. L’obiettivo del governo è quello di approvare la riforma per settembre.
Il caso intercettazioni
Se per la Rai le critiche sono dure, per la legge sulle intercettazioni è una caos. In commissione Giustizia sono ripresi i lavori sulla riforma del processo con le proteste del M5S,che hanno costretto la Commissione a trasferire i lavori nella sala del Mappamondo per fare posto ad una quarantina di deputati del Movimento che non fanno parte della Commissione: tra loro Di Battista, Sibilia, De Rosa, Ruocco, Nuti, Fraccaro. Questi ultimi, tra urla e invettive, hanno contestato la conduzione dei lavori della Presidente Donatella Ferranti
I 5 Stelle accusano il governo di aver approvato un emendamento “porcata a danno della libera informazione” sulle intercettazioni (fino a 4 anni per riprese o registrazioni riprese di nascosto) e hanno protestato per la conduzione dei lavori dopo la bocciatura di un emendamento teso a cancellarlo. Dopo la seduta in Commissione, sono partite le critiche “Non volete le intercettazioni perché ne avete paura, perché avete sempre qualcosa da nascondere e da temere, la trasparenza è vostra nemica naturale”.
Lo stesso Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha espresso le sue perplessità sul testo: “Ho riserve di carattere generale, sulle sanzioni, ho delle perplessità, delle riserve e c’è una riflessione da fare”. Mentre la stessa relatrice dell ddl di riforma del codice di procedura penale Donatella Ferranti ha dichiarato la sua disponibilità ad ulteriori aggiustamenti.
La riforma della scuola
Se per la Rai e la legge sulle intercettazioni la battaglia si svolge nelle aule parlamentari, per la riforma della scuola la protesta del M5S dovrà partire dalla base: “La campagna di opposizione a questo provvedimento, che deve partire dal basso, avrà inizio a partire da settembre attraverso azioni di contrasto e con la costituzione di un ampio fronte referendario. Si tratta di una battaglia che vogliamo vincere e, dunque, non intendiamo compiere passi falsi , si esprimono così i deputati e senatori in Commissione Cultura., e aggiungono: “Le iniziative referendarie di questi giorni sul Ddl Istruzione sono ad alto rischio fallimento e i quesiti attualmente depositati potrebbero rivelarsi una fuga in avanti controproducente o, addirittura, un boomerang per la battaglia sull’abrogazione della riforma di Renzi sulla scuola. La possibilità che il quesito che abolisce totalmente la legge 107 venga giudicato inammissibile o inefficace è molto alta e i tempi necessari alla raccolta di firme sono troppo ristretti.”
Per portare i cittadini italiani al voto nel 2016, si dovrebbero raccogliere 500mila firme certificate entro il 30 settembre 2015: un obiettivo molto difficile da raggiungere, specialmente ne pieno della pausa estiva. Per l’autunno invece sarà preparata una campagna specifica che miri al raggiungimento del quorum, coinvolgendo tutte le componenti del mondo della scuola.
Un fronte unito e compatto, una battaglia trasversale su tutti i temi più importanti e sulle riforme da approvare e quelle già approvate: se l’estate non sembra aver intaccato il vigore della protesta contro il governo, l’autunno si annuncia ancora più “caldo”.