Una lista unica con il PD, questo il sogno di Denis Verdini
Le manovre di Verdini per creare un proprio gruppo autonomo al Senato non sono certo solo fini a se stessi.
L’abbandono del padre politico Berlusconi dopo 20 anni è stato doloroso ed è avvenuto perchè davanti a Denis Verdini e alle sue truppe si apre la prospettiva di tornare nelle stanze dei bottoni, lontani da una opposizione percepita come debole e in declino, quella di Forza Italia, soprattutto in tempi di populismi rampanti, quelli di Salvini e del M5S.
Al Senato la maggioranza è di circa 11 seggi, e in particolare nella commissione chiave degli affari costituzionali, là dove si giocherà la partita scottante delle riforme vi è pareggio, 14 a 14.
L’aiuto dei “liberali e popolari” di Denis Verdini sarà quindi strategico, a maggior ragione se si consumerà lo strappo definitivo tra Renzi e la sinistra PD. Gli strateghi verdiniani pensano che questa conti tra i 25 e i 29 senatori, ma che saranno meno alla fine e comunque gli 11 senatori di Verdini saranno indispensabili per puntellare la maggioranza.
Una delle prime mosse sarà sostituire il senatore di GAL Mario Mauro, arcinemico di Renzi dopo la defenestrazione da ministro della difesa, e inserire appunto un fedele di Verdini al suo posto.
Renzi non sembra imbarazzato dal cursus honorum giudiziario di Denis Verdini
L’obiettivo finale tuttavia è quello di rientrare in un grande partito, dopo la fine del PDL, e questo sarà il Partito della Nazione, che i verdiniani immaginano come un nuovo contenitore in stile DC di varie correnti, unite però al governo. L’approdo nella mente di Denis Verdini sarà una lista unica, diversa dal PD attuale, che, tagliati i ponti con la sinistra, garantirà ai suoi posti di governo, e a Renzi una maggioranza più solida.
Matteo Renzi non sembra essere impressionato dagli allarmi lanciati contro questa prospettiva per esempio dall’ex capogruppo Speranza, che parla di uno scenario da “horror” o da Gotor che chiede al premier invece di tenere unito il PD preservando la sua identità.
Anzi, il braccio destro di Renzi Lotti si sente quasi tutti i giorni con Denis Verdini, e del resto essendo tutti toscani c’è una vecchia conoscenza tra loro, e anche con il premier stesso, e a Renzi è stata già comunicata la scelta del craxiano Barani come capogruppo del nuovo gruppo al Senato, più presentabile di un cosentiniano per esempio.
Tuttavia non imbarazzano Renzi neanche il pesante passato e presente giudiziario di Verdini, accusato di bancarotta fraudolenta e rinviato a giudizio, dopo essere stato coinvolto in passato nelle indagini sulla P3.
Il panorama politico dei prossimi mesi si preannuncia così molto dinamico, anche se con scarsi apporti di originalità, visto il ripetersi di schemi già abbondantemente visti in passato