L’uscita di Denis Verdini da Forza Italia per andare a soccorrere Matteo Renzi e metterlo al riparo dai numeri ballerini su cui conta al Senato non è stata ancora digerita dalla minoranza del Pd: l’idea del “soccorso azzurro” fa discutere sia per la persona di Verdini in sé sia per uno sbilanciamento verso destra dell’esecutivo a detta della minoranza Pd già troppo pendente da quella parte, specie dopo l’annuncio sull’Imu del Presidente del Consiglio. Renzi è deciso ad accogliere “il macellaio” in maggioranza per mettersi al riparo proprio dalla minoranza dem e Verdini è ben lieto di andare sotto l’Egida dell’ex sindaco di Firenze anche per cercare di districare alcune situazioni personali.
L’effetto di un ingresso in maggioranza di Denis Verdini tuttavia potrebbe rischiare di diventare controproducente per Renzi: la ricerca di senatori tra le fila di Forza Italia disposti ad abbandonare Berlusconi per andare a puntellare il governo è stata un fallimento, nessuno tranne i fedelissimi verdiniani ha abbandonato il partito di Berlusconi per seguirlo.
Dunque, con chi costituirà Verdini il suo gruppo parlamentare in appoggio al governo? Verdini starebbe pescando nel gruppo misto, in particolare tra gli ex grillini, e in Scelta civica; avrebbe provato anche un avvicinamento a Raffaele Fitto conclusosi con un nulla di fatto. C’è però da notare che i senatori di Scelta civica e alcuni senatori ex grillini votano già a sostegno del governo, sicché Verdini di fatto non porterebbe quasi nessun voto nuovo al governo. Il suo ingresso in maggioranza a queste condizioni porterebbe l’effetto contrario di quello sperato, ossia metterebbe Renzi in una posizione di maggiore debolezza: Verdini non avrebbe portato i numeri per fare a meno della minoranza Pd e quest’ultima aumenterebbe le proprie fibrillazioni proprio per l’approdo dell’ex coordinatore del Pdl.
Lo ha detto chiaro e tondo Felice Casson: “Dalle prime discussioni con diversi senatori che non appartengono al “gruppo dei 25” sta emergendo una crescente insofferenza per l’approdo, per alcuni persino nel Pd, di “stabilizzatori” che rischiano di diventare dei destabilizzatori”. E a queste condizioni, anche tra i fedelissimi di Renzi iniziano a chiedersi: ma a cosa serve Verdini?
Andrea Asole