In Italia, per tornare ad avere un tasso di disoccupazione al livello pre-crisi, bisognerà aspettare il 2035. Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale, il quale, nel consueto rapporto sulla situazione economica dell’Europa, ha tracciato un quadro tutt’altro che rassicurante. “Senza una significativa accelerazione della crescita – si legge nel rapporto – ci vorranno 10 anni alla Spagna e quasi 20 anni a Portogallo e Italia per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi”.
Tuttavia, secondo l’FMI nel Vecchio Continente la ripresa si sta rafforzando, con il Pil che vedrà un incremento dell’1,5% nel 2015 e dell’1,7% nel 2016. Ma c’è poco da gioire, dal momento che “l’area euro è vulnerabile a shock negativi e restano i rischi di stagnazione legati a prolungati periodi di bassa crescita e inflazione”. Inoltre, per l’Istituto di Washington l’alto tasso di disoccupazione giovanile potrebbe danneggiare il potenziale del capitale umano, creando così una “lost generation”.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’FMI ha affermato che “il tasso di disoccupazione è atteso rimanere più alto che durante la crisi” e il cosiddetto ‘tasso naturale di disoccupazione’ – ossia il tasso di disoccupazione a inflazione stabile (Nairu) – resterà “più alto di quello visto durante la crisi”.
I 5 consigli del Fmi all’Italia
Dopo aver elogiato il Jobs Act e la legge sulla responsabilità civile dei giudici, indicati come passi avanti positivi sulla strada del risanamento economico del Belpaese, l’FMI ha voluto dare all’Italia cinque consigli-compiti a casa per poter uscire definitivamente dal tunnel della crisi economica:
1) L’adozione e implementazione della riforma della pubblica amministrazione, il DDL Madia.
2) L’approvazione di ulteriori misure per migliorare l’efficienza della giustizia civile, “razionalizzando i tipi di casi che arrivano alla Cassazione, permettendo un’ulteriore specializzazione dei tribunali e premendo l’acceleratore sul progetto per lo sviluppo di indicatori sulla performance dei tribunali”.
3) Oltre al rafforzamento del Jobs Act, l’FMI auspica “l’implementazione di misure concrete per ridisegnare gli ammortizzatori sociali in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro e al training”.
4) “Decentralizzazione della contrattazione salariale per permettere una maggiore flessibilità nei contratti nazionali”.
5) Infine, l’Fmi chiede all’Italia di approvare in tempi rapidi la legge annuale sulla competizione, per poter affrontare le barriere regolamentari esistenti in settori chiave come quello dei trasporti.
Francesco Ferraro