“Vogliamo iniziare con una frase: due fasi un solo obiettivo”. Con questa frase ad effetto il sindaco Ignazio Marino prova a riprendersi Roma, sconvolta dall’inchiesta Mafia Capitale, dalla sequela di dimissioni in Giunta e dai giudizi negativi che arrivano oltre che dal New York Times anche da Oltralpe (vedi Le Monde). Il primo cittadino presenta i nuovi “acquisti” e indica la via maestra da seguire. “Oggi vogliamo rispondere alla città su quello che vogliamo fare da questo momento in poi. Tre anni per cambiare effettivamente la città. Ora penseremo al decoro, alla pulizia, alla mobilità, alla casa e alla rigenerazione urbana”.
Marino ringrazia il presidente del Pd, Matteo Orfini (“In questi mesi ha fatto squadra dentro e fuori il Campidoglio cercando di arrivare a un risultato che possa portare la città ad essere davvero una capitale del G7”) e risponde alle preoccupazioni del capo del governo. “Il premier Renzi ha ragione nell’affermare che un’amministrazione deve essere valutata per ciò che ha fatto e ciò che fa”. Il sindaco rivendica con orgoglio la paternità delle nomine dei nuovi assessori. “Le persone che sono intorno a questo tavolo sono state tutte scelte dal sindaco per loro capacità e perché davvero vogliamo triplicare sforzi al servizio della città. Il resto sono polemiche strumentali anche perché non ho mai sentito mancare solidità di rapporti con il governo nazionale”.
Per quanto riguarda lo strappo con Sel, niente paura. “L’alleanza con Sel è stata determinante per vincere le elezioni e in questi primi anni di governo – spiega Marino – Sono sicuro che questa alleanza sui principi e sui contenuti, come diritti civili, ecosostenibilità, rigenerazione urbana e casa, continuerà con rispetto reciproco e con la solidità di chi è deciso a lavorare sui temi”.
Saranno da riallacciare i rapporti con il governo. A questo ci penserà il neo vicesindaco con delega a Bilancio, Marco Causi. “Roma ha bisogno di uno stretto affiancamento del Governo nazionale. Non c’è Paese al mondo dove il Governo si disinteressi delle questioni della Capitale. Nelle ore passate una delle cose chieste al Governo è un tavolo interistituzionale per Roma Capitale e mi è appena arrivato un messaggio: il tavolo è convocato per martedì prossimo. Da martedì cominciamo una fase due per mettere in campo tutte la capacità per risolvere i problemi della Capitale. Al primo punto ci sarà il Giubileo”, ha aggiunto Causi.
La nuova giunta
Una Giunta tutta a firma Partito democratico. Quattro i nuovi nomi che entrano nella squadra di Palazzo Senatorio. Il parlamentare ed ex assessore dei conti dell’era Veltroni, Marco Causi, prenderà sia il posto del vendoliano Luigi Nieri alla poltrona di vicesindaco che l’assessorato al Bilancio lasciato dall’ex assessore Silvia Scozzese; al senatore e commissario Pd di Ostia, Stefano Esposito, andrà l’assessorato ai Trasporti lasciato da Guido Improta; l’ex sottosegretario, Marco Rossi Doria, prenderà le deleghe a Periferie e Scuola (determinando così l’uscita di Paolo Masini dalla Giunta). Infine, da quanto si apprende, alla consigliera Pd, Luigina Liegro, dovrebbe andare la delega allo Sport (sempre lasciata libera da Masini). La delega del Personale potrebbe, invece, prenderla l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella.
Ho appena firmato la nomina ad assessore del comune di Roma. Un grande orgoglio,un’ enorme impegno, una grande sfida. pic.twitter.com/lcwMtHo9lf
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 28 Luglio 2015
La polemica con Sel
La decisione di non far più parte della giunta della Capitale è stata presa dopo la riunione con il primo cittadino: “Non siamo soddisfatti dell’incontro con il sindaco Marino. Allo stato attuale siamo fuori dalla Giunta”. Ha fatto sapere Paolo Cento, il capogruppo di Sel all’assemblea capitolina, che poi ha continuato: “Proporremo questa linea anche agli ordini dirigenti. Noi continuiamo a servire Roma anche in Consiglio comunale, le poltrone le lasciamo al monocolore del Pd che se ne dovrà assumere le responsabilità”.
Insomma Sel, che esprimeva il vicesindaco con Luigi Nieri, dimessosi qualche settimana fa, non farà parte della Fase 2 della gestione Marino. La divisione nell’alleanza di governo è arrivata anche dopo la proposta di Alessandro Gassman, che aveva ottenuto grande successo. L’attore, sul suo account Twitter, aveva lanciato l’idea #Romasonoio, per far partire una campagna di pulizia da parte dei cittadini, sottolineando l’incompetenza dell’amministrazione.
La lettera di Renzi: “Marino dia un segnale”
È di oggi, anche la lettera del Premier al Messaggero, proprio sulla situazione romana. Il fiorentino, dopo aver criticato chi asserisce che “tocchi a Largo del Nazareno – o addirittura a Palazzo Chigi – decidere il futuro del Campidoglio”, passa la palla a Marino, a cui lascia “oneri e onori” (“tocca a te, non puoi far governare un altro”). Il Pd guidato da Orfini e il governo, con le sue donne e suoi uomini, sarà di sostegno al genovese, ma solo se il sindaco “darà un segnale”, che possa far ripartire la Capitale, sempre più in declino – come dimostrano anche le pagine del New York Times dedicate al degrado romano.