C’è la fiducia del Senato sul disegno di conversione in legge del decreto Enti locali. 163 voti favorevoli e 111 i contrari. Ora il testo passa alla Camera.
Tra le interpretazioni giornalistiche delle quattro mancanze del numero legale per la votazione delle questioni incidentali del decreto sugli Enti Locali di ieri spunta anche l’idea, avanzata da Dagospia, di un avvertimento al Partito Democratico e al governo Renzi.
Accordo Zanda-Schifani per salvare Azzollini
Secondo il celebre sito, quanto accaduto ieri sarebbe stata la mossa del Nuovo Centrodestra per salvare in extremis il senatore Antonio Azzollini, su cui Palazzo Madama domani voterà in merito alla richiesta d’arresto. In sostanza, secondo il sito diretto da Roberto D’Agostino, se i dem non salveranno domani l’ex sindaco di Molfetta, il fatto potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità dell’esecutivo.
“A pensar male si fa peccato, come diceva il compianto senatore a vita Andreotti, ma molto spesso ci si indovina” dicono da Dagospia, che nel retroscena svela un presunto accordo tra il capogruppo del Partito Democratico Luigi Zanda e il suo omologo di Ncd Renato Schifani. L’obiettivo sarebbe proprio quello di “salvare il soldato Azzollini per salvare il governo Renzi”.
Azzollini è coinvolto nel crac della casa di cura Divina Provvidenza
Il Partito Democratico, in effetti, si era detto favorevole all’arresto dell’ex sindaco di Molfetta. Ciò era stato ben chiaro lo scorso 8 luglio, quando tra i 13 sì all’arresto, insieme a Lega Nord e Movimento Cinque Stelle, c’erano anche quelli dei dem.
La richiesta di arresto dell’ex sindaco di Molfetta è stata avanzata dalla procura di Trani, che ipotizza il coinvolgimento di Azzollini nel crac della casa di cura delle suore della Divina Provvidenza, che ha già fatto scattare le manette per dieci persone.