Chi c’è a sinistra del Pd
C’è spazio a sinistra. Un ‘mantra’ ascoltato tante e tante volte. Troppe, forse. Ci si interroga sempre su quante possibilità di sopravvivenza abbiano movimenti e partiti alla sinistra del Pd. Partono sempre forse con molto consenso (più apparente che altro). Poi alle elezioni danno forfait. La dura legge della sinistra, a sinistra del Pd.
L’Espresso si è interrogato su coloro che si trovano a di qua del Partito Democratico e sull’ipotetica formazione di un’unica forza rossa. Una Syriza italiana. E possibile? Anzitutto sono analizzati i componenti di questo universo (è il caso di definirlo tale): ultimo fuoriuscito, non per importanza, è Stefano Fassina. Responsabile economico dem con Bersani, non è riuscito a mantenere la pace con Renzi segretario e soprattutto con Renzi premier. Ecco perché ha lanciato una grande iniziativa di fuoriuscita dal Pd che si manifestata con l’assemblea di un paio di settimane fa al Palladium (teatro romano, presso il quartiere capitolino Garbatella). Trai presenti c’era anche Pippo Civati, spina nel fianco di un po’ tutti i segretari dem: Bersani, Epifani e Renzi. Nato come ‘rottamatore’ a pari merito dell’ex sindaco di Firenze, adesso l’ex consigliere regionale lombardo si trova fuori dal Pd. Sempre col sogno di costituire qualcosa di grosso ed organizzato. Diretto agli scontenti dem.
Poi c’è la sinistra ancora comunista. Un sogno non spentosi dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Resiste Oliviero Diliberto, duro e puro leader del Pdci. Oggi la denominazione è tornata a quella aristocratica, Pci. Consenso o meno, il 12 luglio si è tenuta l’assemblea del partito ma nessuna forza comunista ha aderito. Sinistra Critica di Marco Rizzo, il Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando, il Partito Comunista d’Italia Marxista-Leninista e quello Marxista-Leninista e basta sono lontane dall’esperienze post Pd. Parlano ancora di ‘lotta di classe’: anni luce dietro ad una società che si è modificata molto dagli anni sessanta ad oggi.
C’è poi chi nel Pd non ci ha messo mai piede (come, del resto, i comunisti di cui sopra): è Vendola e Sinistra Ecologia e Libertà. Alcuni dei componenti erano fedeli Ds (Democratici di Sinistra, ndr), ma con la fusione, datata 2007, con la Margherita hanno preferito estraniarsi e lanciare SL, oggi SEL. “Sel non si scioglie ma è pronta per qualcosa di più grande”, annuncia l’ex Governatore pugliese. Gli fa eco il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni: “l’unità non basta ma divisi non andiamo da nessuna parte”. Un’apertura che può piacere a Fassina (invitato ad alcune feste estive di Sel) e che potrà evidenziare un output comune solo attraverso una costituente della sinistra italiana.
Daniele Errera