In questo nostro articolo abbiamo riferito dell’indiscrezione, circolata sulla stampa tedesca, che vorrebbe Mario Monti al lavoro per l’idea di un’eurotassa voluta dalla Germania e dal ministro delle Finanze tedesco Schauble. Dalle pagine del Corriere l’ex premier Monti precisa: “Nessuna eurotassa”. Conferma tuttavia l’obiettivo del tavolo di lavoro ovvero trovare le soluzioni migliori sulle modalità future di finanziamento dell’Ue “lasciando invariato l’onere complessivo a carico di cittadini ed imprese derivante dalle fiscalità nazionali e dalle ‘risorse proprie’ di pertinenza della Ue”.
Monti tra l’eurotassa smentita e le proposte che “presenteremo”
Il mandato del ‘Gruppo sulle risorse proprie dell’Ue’, da lui presieduto, istituito nel febbraio 2014 presenterà le sue proposte nella primavera prossima. Monti critica il rapporto dei ‘cinque presidenti’ presentato il mese scorso, che “offre una prospettiva, ma rinvia a dopo il 2017 temi cruciali e di cui la crisi greca ha dimostrato ulteriormente l’urgenza. Questo, ovviamente, è per evitare di fare affrontare il dibattito su temi impegnativi per il futuro dell’Europa a due grandi Paesi, Germania e Francia, che avranno le elezioni proprio in quell’anno”.
Monti: “Non scaricare su tavolo europeo vincoli politiche nazionali”
“Sono riti che francamente non ci possiamo più permettere, perché se vogliamo che l’Europa abbia una sua maggiore capacità di funzionamento e poi non deluda i cittadini non possiamo scaricare sul tavolo europeo tutti i vincoli delle politiche nazionali”. Non è il caso di perdere tempo: “il piano presentato recentemente dal presidente francese Francois Hollande e le dichiarazioni del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, pur con contenuti in parte diversi, vanno tutte nella direzione di una accelerazione del progetto di governance dell’eurozona”. Guardando all’ Italia, “quello che a me non piace è sostenere così spesso che l’Europa non deve fare la maestrina con la matita rossa. Così dicendo – rileva Monti – con tutta l’ autorità che ha un presidente del Consiglio in carica, si accredita di fronte all’opinione pubblica una visione riduttiva dell’Europa”.