Per una volta l’Italia è avanti a tutti: la pubblicazione della Carta dei diritti e dei doveri della Rete internet è stata presentata ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati. Prima di qualsiasi altro paese del globo. Un progetto parlamentare durato un lungo anno. In dodici mesi, infatti, si sono susseguite audizione, confronti, assemblee. Non dimenticando un continuo feedback con i cittadini online.
Il preambolo ai 14 articoli
Un’iniziativa composta da 14 articoli. All’inizio un preambolo nel quale si parla dell’importanza storica contemporanea di internet: “Ha contribuito in maniera decisiva a ridefinire lo spazio pubblico e privato, a strutturare i rapporti tra le persone e tra queste e le Istituzioni. Ha cancellato confini e ha costruito modalità nuove di produzione e utilizzazione della conoscenza. Ha ampliato le possibilità di intervento diretto delle persone nella sfera pubblica. Ha modificato l’organizzazione del lavoro. Ha consentito lo sviluppo di una società più aperta e libera”.
“Diritto di accesso per pieno sviluppo individuale e sociale”
Quindi si passa al diritto d’accesso al servizio (art. 2). “Diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale”, si legge. Continuando, poi, si chiede un accesso sostanziale e non solo formale: “il diritto fondamentale di accesso a Internet deve essere assicurato nei suoi presupposti sostanziali e non solo come possibilità di collegamento alla Rete”.
Diritto alla conoscenza e all’educazione in rete
Passando poi per gli altri diritti, quello alla “conoscenza e all’educazione in rete” (art. 3), alla “neutralità della rete”, alla “tutela dei dati personali” (art. 5), si arriva all’art. 6, il “diritto all’autodeterminazione informativa”. Quest’ultimo ci dice come “ogni persona ha diritto di accedere ai propri dati, quale che sia il soggetto che li detiene e il luogo dove sono conservati, per chiederne l’integrazione, la rettifica, la cancellazione secondo le modalità previste dalla legge”.
Ma anche “diritto all’oblio”
Poi seguono l’articolo 7, “diritto all’inviolabilità dei sistemi, dei dispositivi e domicili informatici”, l’articolo 8, “trattamenti automatizzati”, l’articolo 9, “diritto all’identità”, il numero 10, “Protezione dell’anonimato”, l’articolo 11, “diritto all’oblio” (“Ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei riferimenti ad informazioni che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza pubblica”), l’articolo 12, “diritti e garanzie delle persone sulle piattaforme”, l’articolo 13 “sicurezza in rete” ed infine l’articolo 14, “Governo della rete” che chiude la Dichiarazione con “ogni persona ha diritto di vedere riconosciuti i propri diritti in Rete sia a livello nazionale che internazionale”.
“Garantire carattere aperto e democratico Internet”
Inoltre “Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale, volte alla piena attuazione dei principi e diritti prima indicati, per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione e evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica”. Un articolo che, attraverso quei due aggettivi ‘aperto’ e ‘democratico’ tende a dare un carattere d’ulteriore inclusione anche per fasce della popolazione soggette a sistemi politici non completamente liberi ed ampliare il ventaglio dei riceventi del servizio.