Trasporti Roma, le proteste dei lavoratori Atac e la sospensione di Christian Rosso
La situazione dei trasporti capitolini è sempre stata difficile, ma in queste ultime settimane sembra abbia raggiunto picchi parossistici. Corse che saltano, autobus inesistenti, treni di superficie e metropolitane ‘scomparse’. Una cattiva gestione di Atac, la società municipalizzata che gestisce i trasporti romani.
In una situazione di tale inefficienza la ragione causa non può essere una univoca: Ignazio Marino ha sospetti che il calo di produttività nasca per via dell’introduzione (una sua personale iniziativa) del cosiddetto ‘badge’, una sorta di ticket d’entrata e d’uscita da lavoro.
Dall’altra parte, quella degli utenti, si afferma come la lentezza della contrattazione (adeguamento dei salari al costo della vita) possa influire sulla diligenza dei lavoratori Atac. Infine la visione di quest’ultimi: “lavoriamo in condizioni indegne”, affermano. E come dargli torto? E’ palese, sotto gli occhi di tutti. Troppo spesso treni e autobus sono in avaria. E spesso e mal volentieri sono vittime delle ritorsioni degli utenti.
Rosso sospeso a tempo indeterminato
Ha spiegato il punto di vista dei dipendenti Atac Christian Rosso, autista degli autobus della municipalizzata. E come risposta da parte della società è stato sospeso a tempo indeterminato. Rosso aveva girato un video in cui spiegava la situazione. Poi aveva ricevuto un ufficioso richiamo da parte di dirigenti Atac ed anche questo (il richiamo) è stato ripreso dal dipendente che ora punta il dito contro la cattiva gestione ‘politica’: “70 dirigenti guadagnano quanto 1000 conducenti”.
Atac, le proteste
Da qui sono nate le proteste palesi andate in scena, sotto la luce del sole, al Campidoglio. Rappresentanti Atac, cittadini, utenti ed altri ancora i presenti alla protesta: “ieri il neo assessore Esposito ha detto che si prenderà tre mesi di tempo ma tre mesi non ci sono. Lui e ‘pinocchio’ Marino vogliono dare Atac in pasto ai privati dopo averci fatto firmare un accordo vergognoso ma che prevedeva la permanenza di Atac in house fino al 2019: il trasporto è un servizio pubblico e ha bisogno di rimanere tale. Il nostro obiettivo è che il servizio rimanga pubblico, Marino scenda e venga a parlare con noi lavoratori e utenti o riceva una delegazione, perché se è in buona fede è disinformato”.
Richiesta di mantenimento del servizio pubblico, quindi. Ma scisso dalla cattiva gestione politica: “per nascondere la verità c’hai messo contro un’intera città”, recita lo striscione che va per la maggiore alla protesta.
M5S e Grillo
Poi arriva lo stesso Christian Rosso che afferma: “non mi riconosco nei sindacati, né nei partiti. Adesso l’unica soluzione è Grillo. Vogliono mettere il bavaglio a tutto, ci vogliono tappare la bocca”. Gli fa eco Micaela Quintavalle, leader della protesta sotto al Campidoglio: “il M5s è l’unico che se arrivasse al potere potrebbe risanare l’Atac”. Una situazione delicatissima che necessita, secondo la piazza, di una svolta, dopo decenni in cui l’abbraccio politico-elettorale-lavorativo si è fatto sempre più stretto fino a diventare praticamente mortale.
Daniele Errera