Sindaco di Roma Marino: “Ho trovato un Pd marcio”
Un sindaco consapevole delle difficoltà della città, ma determinato continuare il suo lavoro a Roma: è questo l’Ignazio Marino che emerge dalla lunga intervista al Corsera. Nella lunga intervista rilasciata a Sergio Rizzo, vengono toccati tutti i temi principali e i nodi fondamentali della gestione di Roma, ma anche della situazione del Partito Democratico della Capitale. Marino, di professione chirurgo specializzato nei trapianti, una metafora medica per spiegare il suo stato d’animo: “Se commetti un errore durante una certa fase dell’intervento puoi perdere il paziente. E non c’è possibilità di rimedio”.
Medico Marino alle prese con la ‘paziente’ Roma
Ma il sindaco-chirurgo non sembra aver paura di perdere la ‘paziente’ Roma: “No. Non l’ho mai avuta nemmeno al tavolo operatorio, e questo è psicologicamente importante. Come sindaco, sono protetto dal fatto di sentirmi libero” – ha aggiunto: “Sono il primo sindaco di Roma libero dai partiti”. Partiti come quello romano, definito da Fabrizio Barca un comitato elettorale e d’affari, ma: “Dopo l’arrivo di Matteo Orfini si respira aria fresca. Prima di lui con certi esponenti del Pd si poteva parlare solo di posti e cariche. Ora invece discutiamo di progetti, di buche stradali, di piani industriali per Ama, Atac…”
Non si parla solo di PD, ma principalmente delle condizioni di Roma, soprattutto riguardo la pulizia e i trasporti. E sui risultati che tardano ad arrivare. E’ Marino per primo ad ammettere dei rallentamenti, ma precisa: “Adesso però c’è un netto miglioramento della situazione. La politica romana non remava nella mia stessa direzione. E questo perché c’era l’interesse a mantenere lo status quo. I problemi di Roma non sono nati con me: i rifiuti erano gestiti in regime di monopolio dal 1963, gli accessi alle spiagge di Ostia erano chiusi dagli anni Ottanta, i camion bar sciamavano ai Fori da decenni. Forse ho voluto aprire troppi fronti tutti insieme. Ma io sono fatto così”.
Il nodo Atac
Ma sono i trasporti e la situazione dell’Atac alcuni dei nodi principali del mandato di Marino. Dopo gli scandali delle ultime settimane (lo sciopero bianco dei macchinisti e l’azzeramento di tutti i vertici dell’azienda), il sindaco ha tenuto a ribadire il lavoro fatto fino a questo punto: “Le cose devono cambiare, sicuro. Un macchinista della metro a Milano guida 1.150 ore l’anno, a Napoli 950 e a Roma solo 736. E lo sciopero bianco esplode quando Marino chiede di timbrare il cartellino. Forse i viaggiatori non lo timbrano tutti i giorni, il loro cartellino?”.E sulle dimissioni dell’assessore ai trasporti Improta, Marino ha aggiunto: “Guido è persona seria e preparata. Ma da mesi diceva di volersene andare e questo suo non essere sulla plancia di comando al momento dello sciopero bianco aveva creato un disorientamento in sala macchine. Se uno fa il ministro della Salute e non arrivano gli antibiotici agli ospedali…”.
Su Renzi “Ha detto cose ovvie”
Alla domanda di chiarimento sul perché Renzi sia così contrario al suo mandato (il 23 luglio il premier aveva ammonito il sindaco di Roma e il governatore della Sicilia: “se sono in grado di governare vadano avanti altrimenti vadano a casa.”), Marino smentisce categoricamente: ”Letteratura. Renzi ha solo detto con il suo linguaggio crudo cose ovvie” – e ha aggiunto: ”Due anni fa non pensavo certo di essere arrivato a governare Stoccolma, ma neppure di avere un Pd marcio contro di me e la criminalità infiltrata nella dirigenza. Nel 1966 Renzi non era nato, ma di sicuro sa che nella Firenze alluvionata prima di tutto tolsero il fango, poi rimisero in ordine gli archivi. Tolto il fango da Roma, ora voglio essere valutato per come rimetterò in ordine gli archivi”.
Secca anche la smentita sul ‘commissariamento’ della giunta, come è stata definita da alcuni giornali. La nuova squadra è stata infatti presentata il 28 luglio scorso, con tre innesti come Stefano Esposito ai trasporti, Rossi Doria alla scuola e il vicesindaco Marco Causi che secondo Rizzo definisce ‘spedito’ da Renzi: “Causi era stato già chiamato da me per fare il piano di rientro. Che il premier abbia chiesto di metterlo in giunta non può che farmi piacere. Per il resto, non è vero che ho saputo da Stefano Esposito che era lui il nuovo assessore ai Trasporti, Marco Rossi Doria mi aveva sostenuto alle primarie per la segreteria del Pd e Luigina Di Liegro è una cara amica a cui sono molto legato”.
L’intervista di conclude sul futuro, e con la prossima sfida che dovrà affrontare Roma, il Giubileo: “Ci sono ritardi oggettivi. Ma a questa fiducia che il presidente del Consiglio ha voluto accordare alla mia amministrazione si aggiunge la notizia che martedì 4 agosto a Palazzo Chigi si sbloccherà tutto” – magari con un commissario governativo: “Non ho notizie di questo genere, ma ritengo fondamentale che ci sia un forte coinvolgimento del prefetto. Questo è il primo Giubileo dopo l’11 settembre 2001 e nell’epoca dell’Isis. Tutte le indicazioni che abbiamo dai servizi segreti americani, come mi hanno confermato i sindaci statunitensi con i quali ho parlato recentemente, parlano di rischi concreti di atti terroristici per l’Italia e Roma. E io non ho la possibilità di difendere la capitale dal terrorismo con la polizia locale”.
Ilaria Porrone