Grecia: Tsipras, parlando al comitato centrale di Syriza, difende il difficile compromesso che ha portato all’accordo con i creditori e ribadisce che l’uscita dalla moneta unica non era un’opzione possibile. Nel frattempo, l’ex ministro delle Finanze Varoufakis si difende dall’accusa di “alto tradimento”.
Grecia: l’unica opzione
L’accordo con i creditori “non è stata una nostra scelta” nel senso che il governo di Alexis Tsipras, durante le ultime trattative di Bruxelles, si è trovato di fronte a un bivio: da una parte, un difficile compromesso, dall’altra, un default disordinato. Il premier greco, insomma, davanti al suo partito, ha difeso l’ultimo bailout da 86 miliardi: la Grexit non era un’opzione, infatti, se la Grecia fosse uscita dalla comunità monetaria, non sarebbe andata da nessuna parte senza il sostegno del Fondo Monetario Internazionale.
Tuttavia Tsipras un merito pensa di averlo, quello di aver stimolato l’Europa a cambiare. “Abbiamo creato le prime crepe nell’egemonia liberista dell’Europa – ha detto il primo ministro greco, aggiungendo poi – adesso dobbiamo capire se è possibile l’esistenza di un governo di sinistra in questa Europa liberale e conservatrice“.
Grecia: alto tradimento
Le rivelazioni degli ultimi giorni, quelle che hanno svelato il piano segreto di Yannis Varoufakis per tornare alla dracma in caso di uscita della Grecia dall’Eurozona, potrebbero causare dei grossi problemi all’ex ministro delle Finanze. Efterpi Koutzamani, il più anziano procuratore greco, noto per i processi contro Alba Dorata, ha ordinato al Parlamento di esaminare le denunce formulate nei confronti di Varoufakis da privati cittadini e verificare le responsabilità riguardanti il presunto hackeraggio dei conti che dovevano fornire le riserve per la creazione di una “valuta parallela” all’Euro.
Se il Parlamento decidesse di istituire una commissione d’inchiesta sull’operato dell’ex ministro, in seguito, difficilmente Varoufakis riuscirà a tenersi fuori dalle aule di tribunale: le accuse potrebbero essere “omesso controllo” ma anche “associazione a delinquere”. Inoltre, Varoufakis potrebbe essere accusato di “alto tradimento”, anche se tale accusa sarebbe molto difficile da dimostrare, per aver condotto in modo “scellerato” le trattative che poi hanno portato un accordo molto più sfavorevole, rispetto a quello proposto inizialmente.
Varoufakis ha ammesso di aver progettato delle misure “non convenzionali“. D’altra parte, sarebbe stato “negligente” se non avesse pensato a un Piano B, si è difeso l’ex ministro.