Appena Dagospia ha saputo che l’ex leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti ha ricevuto in eredità 500.000 euro da Mario D’Urso, banchiere di rango, ex membro del consiglio d’amministrazione della Lehman Brothers, si è scatenata l’ironia generale. Napoletano uomo d’affari, Mario D’Urso, considerato un viveur che partecipava assiduamente alla vita mondana, era stato anche senatore e sottosegretario al Commercio del governo Dini.
Aveva un’amicizia molto stretta con l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, altro grande frequentatore delle serate altolocate, dove la presenza dei pezzi grossi della finanza e della politica è sempre assicurata. La storia politica e sindacale dell’ex segretario di un partito di estrema sinistra che ha sempre fatto dell’opposizione ai poteri forti un suo tratto distintivo e della vicinanza al mondo operaio la sua ragione di vita, viene a scontrarsi con la realtà di una situazione di scollamento totale tra parole e fatti. Certo, uno può frequentare chi vuole però l’immagine mentale di un Bertinotti che addenta una tartina con affianco i potenti e gli aristocratici con i più alti conti in banca del Paese lascia un po’ sbalorditi. Mario Giordano su Libero si butta a capofitto su questa storia d’eredità in salsa comunista e ironizza: “Ma del resto che ci volete fare? Ognuno può fare quello che vuole dei suoi denari: può darli agli orfanelli dell’Immacolata, se crede. O agli orfanelli del comunismo, in alternativa. In fondo ci sono tanti vecchi che in fin di vita, fra un pannolone e un altro, si affezionano alle loro badanti. D’Urso s’è affezionato al parolaio rosso Bertinotti. È sempre un problema di incontinenza, seppur solo verbale. D’altra parte i due, negli ultimi tempi, facevano coppia fissa in tutti i salotti chic della Capitale”.
Lorenzo Chemello