Caos migranti: se fino a qualche settimana fa il dramma dei migranti, con oltre 200mila sbarchi nei primi sei mesi dell’anno, aveva bersagliato soprattutto l’Europa Meridionale negli ultimi giorni l’emergenza ha colpito la Francia e la Gran Bretagna.
Caos migranti: il dramma dell’Eurotunnel
Nella notte tra il 28 e il 29 luglio infatti circa 1.500 migranti hanno preso d’assalto l’Eurotunnel, galleria che partendo dalla città portuale di Calais giunge fino a Dover, con l’obiettivo di raggiungere la sponda inglese della Manica. Nascosti su tir e automezzi, che poi vengono caricati sui treni, cercano disperatamente di varcare il confine francese per raggiungere la Gran Bretagna.
Nel tentativo, un giovane sudanese tra i venticinque e i trent’anni ha perso la vita proprio schiacciato da un tir, oltre 15 migranti sono rimasti feriti e più di 200 sono stati arrestati. Nella stessa notte un egiziano è rimasto fulminato alla Gare du Nord di Parigi nel tentativo di introdursi clandestinamente su un treno diretto a Londra.
Si tratta della nona vittima dall’inizio di giugno e stando a quanto detto dal gruppo Eurotunnel che gestisce la connessione ferroviaria , le incursioni da qualche mese avvengono quasi ogni notte. Il gruppo franco-britannico che gestisce l’infrastruttura ha dichiarato di aver bloccato con i propri mezzi ben 35.000 individui da inizio gennaio, ma ora ritiene di non essere più in grado di gestire la situazione.
L’amministratore delegato, Jacques Gounon, ha evidenziato che si tratta di “invasioni massicce, sistematiche e forse anche organizzate”. Nella cittadina di Calais infatti da anni migliaia di migranti, provenienti soprattutto da Libia, Eritrea e Siria, vivono in campi e baracche di fortuna, in attesa del momento opportuno per riuscire in qualche modo ad entrare in Gran Bretagna. Negli ultimi mesi però la situazione è notevolmente peggiorata e si stima che le presenze ormai superino le 5000 unità.
Caos migranti: l’indecisione dei governi
Per rispondere alla crisi il governo francese e quello britannico hanno deciso di organizzare un incontro di emergenza per ripristinare l’ordine. I due paesi da anni cooperano, anche dal punto di vista economico, per garantire la sicurezza e il ministro degli interni britannico Theresa May ha annunciato che “Il Governo britannico verserà altri 9,8 milioni di euro per mettere in sicurezza il sito Eurotunnel dal suo lato della Manica”. In progetto, in particolare, la costruzione di una recinzione metallica lunga 3,5 km e altra 3 metri per chiudere l’accesso agli immigrati.
La situazione desta però grande preoccupazione. Le forze di polizia francesi sono spesso sopraffatte e la scelta di aggiungere 120 poliziotti francesi ai 250 già presenti sul posto, sembrerebbe non bastare. “La situazione che stiamo affrontando è di una gravità e una complessità eccezionali, per questo il governo ha deciso di rafforzare la sicurezza sotto l’Eurotunnel, mobilitando circa 120 tra poliziotti e gendarmi” ha dichiarato Bernard Cazeneuve, ministro dell’Interno francese. Possibile che il governo inglese decida di mandare proprie forze speciali a supporto di quelle francesi.
Grande preoccupazione anche sul fronte britannico. Il primo ministro, David Cameron, ha dichiarato che “sarà fatto tutto il possibile per migliorare la situazione e che il governo britannico sta lavorando a stretto contatto con Parigi.” Per un paese , che nel mese di aprile pur mostrandosi pronta a fornire aiuti economici aveva detto un secco “no” alle quote europee di ripartizione dei migranti, far arrivare centinaia di profughi a Londra rappresenterebbe un durissimo colpo a quella politica di fermezza e di rigidità che caratterizza le posizioni del governo. D’altra parte, anche investire ulteriore denaro nella questione, considerando che sullo sfondo c’è il possibile referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, darebbe ulteriore forza agli euroscettici.
Il dibattito politico resta dunque aperto, il problema particolarmente controverso, ma una soluzione concreta dovrà essere trovata in tempi brevi.