Ben 8 miliardi di tagli tra il 2010 ed il 2014, compensati da “aumenti molto accentuati” delle tasse locali, per preservare l’equilibrio di bilancio. Una situazione che ha portato alla creazione di uno scenario “ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali”, secondo la Corte dei Conti, che lancia l’allarme sul peso del fisco sui Comuni. Una situazione che ha portato ad un “incremento progressivo della pressione fiscale” comunale, con un aumento di oltre 100 euro – da 505 del 2011 al 618 procapite medi del 2014, con picchi da oltre 880 euro – in 4 anni.
Tasse enti locali, l’allarme della Corte dei Conti
Per la Corte dei Conti c’è la presenza in entrata di un sempre più radicato “meccanismo distorsivo”, con il concorso degli Enti locali agli obiettivi di finanza pubblica ottenuto tramite ulteriori aggravi sul contribuente, a causa dei pesanti e ripetuti tagli alle risorse statali disposti dalle manovre finanziarie susseguitesi dal 2011. Una situazione accompagnata da un cronico ritardo nella ricomposizione delle fonti di finanziamento della spesa, necessaria per garantire servizi pubblici efficienti ed economici.
Secondo la Corte, “la crescita dell’autonomia finanziaria degli enti, non sembra produrre benefici effetti né sui servizi, né sui consumi e sull’occupazione locale, in assenza di una adeguata azione di stimolo derivante dagli investimenti pubblici”.