La chiusura imposta al Cocoricò per 4 mesi sta facendo discutere. La decisione della chiusura è stata presa dal questore di Rimini e segue la morte di un ragazzo in seguito ad una overdose di ectasy.
Protestano contro la decisione i legali della proprietà del Cocoricò secondo i quali si tratta di una “sanzione enorme” pur ribadendo scrive l’avvocato che rappresenta il gruppo la “stima, mia personale e dei miei assistiti, verso le istituzioni tutte e, in particolare, in questo caso, verso il Signor Questore di Rimini siamo sinceramente sorpresi per l’entità enorme della sanzione adottata, giunta fra l’altro al termine di un lungo linciaggio mediatico senza precedenti, e stiamo leggendo attentamente le motivazioni del provvedimento, appena notificatoci, per poi predisporre ogni più utile attività defensionale da esercitare nelle opportune sedi”.
Giovanardi: giustissima la chiusura
“Non soltanto l’attuale Presidenza del Consiglio ha abbandonato ogni politica di prevenzione e di recupero dalle tossicodipendenze vanificando anni di lavoro del Dipartimento Nazionale per le politiche antidroga, ma gli unici segnali forti che provengono dal Governo, tramite il sottosegretario Dalla Vedova, sono quelli di una legalizzazione della diffusione della cannabis. Giustissima la decisione del Questore di Rimini di chiudere il Cocoricò”. Lo afferma il senatore Carlo Giovanardi (Ap-Ncd). “Uomini di governo, parlamentari e opinionisti devono smetterla di diffondere messaggi ai giovani che sballo, alcol e sostanze sono una specie di diritto mentre drogarsi costituisce comunque un illecito che comporta sanzioni amministrative, come il ritiro della patente, e lo spaccio è un crimine che comporta giustamente il carcere per i venditori di morte che, se tossicodipendenti, devono essere curati nelle comunità di recupero”.
“Riapriamo il Cocoricò” spopola il gruppo su Facebook
46 mila adesioni a poche ore dalla nascita del gruppo Facebook. Si accende la discussione tra i ragazzi dopo la decisione della chiusura imposta alla discoteca. “Riapriamo il Cocoricò” è la parola d’ordine con la qualche migliaia di giovani chiedono di riaprire il tempio della musica e del divertimento.