“Ci sono tante cose che possono far cambiare idea ma il problema è capire che quello che è importante è il progetto che ha migliorato e cambiato la città: con tutte le criticità che non nascondo, ma deve proseguire. Quello è ciò che mi interessa e per cui ho lavorato in questi anni”. Sibillino il commento di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, a proposito dell’ipotesi di una sua candidatura alla guida della città per un secondo mandato. Più chiarezza invece, al di là dei nomi, su quale sarà l’obiettivo dell’attuale Giunta e del centrosinistra: “Noi continueremo nel nostro percorso, che ci porterà ad avere un’alleanza ampia, unita e soprattutto forte per vincere anche questa sfida”. Nessun clamore per l’annuncio del leader leghista Matteo Salvini di preferire la corsa a Palazzo Chigi a quella a sindaco di Milano: “non credo che ci sia nulla di diverso rispetto a quello che era prospettabile un mese fa, due mesi fa, tre mesi fa. Matteo Salvini ogni tanto cambia idea, aspettiamo di vedere”.
Pisapia ed Expo
Riguardo ad Expo, Pisapia si dimostra soddisfatto: “ExpoinCittà funziona, funziona nelle varie zone tanto é vero che i dati sono rassicuranti anche da quel punto di vista, sia per gli alberghi sia per altre attivitá. É chiaramente un periodo difficile per tutti ma ExpoinCittá sicuramente ha fatto arrivare a Milano e non solo a Expo, turisti che acquistano”. E aggiunge: “Oggi si dimostra che all’interno della cittá la presenza di milanesi e non milanesi è rilevante, c’é un aumento anche su quello”.
Per l’attuale sindaco “Milano vive e fa vedere che è capace di parlare con il mondo ed é la soddisfazione più grande”. E sottolinea “l’aumento degli sponsor, la capacitá di far vivere la cittá non solo in centro ma anche nelle zone periferiche e nella città metropolitana. Credo siano obiettivi che sono stati raggiunti”. E va oltre la distinzione centro-periferia, sottolineando come il 56% degli eventi di Expo si svolga nelle zone decentrate, che ormai “sono parte integrante della città metropolitana”, rendendo quindi la distinzione “linguaggio superato ma prima ancora una realtá superata”.