“Un Parlamento scadente, roba da terzo mondo”. Parola di Angelo Cera, deputato di Area Popolare. L’accusa è nei confronti dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. “Non ci sto”, parafrasando Scalfaro. “Mi ribello per chi, come me, ha fatto la politica in maniera seria ed onesta sul territorio”.
Non ci sta, Cera, ad essere posto in un unico grande calderone. I politici non sono tutti uguali, vuol dire. Anche perché Cera, che oltre ad essere deputato è anche sindaco di San Marco in Lamis (Foggia), parla del suo passato: “ero funzionario di banca e non ero come uno dei tanti che sono venuti disoccupati e reclutati”. Un’accusa feroce nei confronti degli eletti col M5S.
Cera ai deputati del M5S: “Fanno politica da quattro soldi”
Reclutati per strada, accusa Cera. “Fanno politica da quattro soldi all’interno di quest’assemblea”, attacca il deputato di area centrista mentre uno dei deputati-portavoce M5S lo riprende.
La polemica nasce tal taglio degli emolumenti ai deputati. Il principio di un alto stipendio nasce dalla volontà di slegare i rappresentanti parlamentari dalla corruzione: per questo sono pagati così tanto. Ma il taglio porterebbe ad un impoverimento della classe dirigenziale: i professionisti (medici, banchieri, farmacisti, notai, avvocati ed altri ancora) non rinuncerebbero al proprio lavoro per fare politica senza emolumenti. “Chi sarà quel professionista, quella seria persona che lascerà un proprio lavoro per venire qui?”, si chiede Cera. Un nuovo focolaio di lotte fra grillini e classe politica tradizionale sulla base della solita diatriba: da una parte le accuse di inesperienza, dall’altra quella di voler curare solo gli interessi personali e non quelli della collettività.